Nel corso del question time alla Camera, Schillaci ha parlato anche dell'impegno profuso nella ricerca di risorse per superare il blocco del turn over
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Non è solo un problema calabrese. In tutta Italia c’è una cronica carenza di medici. Lo dimostra la risposta del Ministro della Salute, Orazio Schillaci ad un’interrogazione sul tema dell’Alleanza Verdi Sinistra al question time alla Camera.
Il Ministro nella sua risposta parte da due dati di fatto abbastanza noti. Il primo è che le varie manovre finanziarie per contenere il debito pubblico italiano hanno portato ad un lungo blocco delle assunzioni. Il secondo dato è che un numero sempre minore di professionisti appare disposto ad accettare il classico contratto di lavoro a tempo indeterminato, preferendo forme di ingaggio atipiche, oppure scegliendo di operare nel settore privato, anche in ragione delle remunerazioni proporzionalmente più elevate. Il combinato disposto di questi due dati porta ad un fenomeno che in Calabria conosciamo molto bene: il ricorso ad appalti esterni, da parte delle aziende e degli enti, per garantire i servizi assistenziali. Un fenomeno deleterio spiega il Ministro sia sotto il profilo economico sia sotto quello della cura.
«L'uso distorto delle esternalizzazioni, infatti, non soltanto genera - ha detto Schillaci - un sempre più gravoso onere in capo alle strutture, ma comporta anche gravi criticità in termini di sicurezza e qualità delle cure, sia perché non sempre offre adeguate garanzie sulle competenze dei professionisti coinvolti, sia per la ridotta fidelizzazione di questi ultimi alle strutture pubbliche».
Per questo dal Ministero sono partite una serie di ispezioni a queste cooperative che forniscono medici e sono venute fuori in alcuni casi vere e proprie frodi «per aver inviato personale in attività di assistenza ausiliaria presso ospedali pubblici in numero inferiore rispetto a quello previsto dalle condizioni contrattuali con l'azienda ed impiegato semplice personale ausiliario privo dei prescritti titoli abilitativi e anche personale medico non specializzato per l'incarico da ricoprire. Inoltre, è stata accertata la fornitura di medici da parte di cooperative con età anagrafica superiore a quella stabilita per contratto, anche sopra i 70 anni, ed è stato accertato l'impiego di risorse umane non adatto a esigenze di specifici reparti ospedalieri».
Se l’analisi del problema è conosciuta, molto meno i possibili rimedi. Su questo il Ministro è stato alquanto vago. Ha detto però che sul fenomeno delle cooperative ha in programma con i suoi uffici un intervento straordinario e d'urgenza, così come interventi di carattere più organico e sistematico. Quali siano questi provvedimenti non è dato però sapere. «In risposta ad una proposta pervenuta da parte del presidente della Conferenza delle regioni - ha aggiunto il Ministro - ho condiviso l'esigenza di istituire uno specifico gruppo di lavoro per affrontare insieme la questione della carenza del personale sanitario e, in modo organico, anche il tema dei cosiddetti “medici a gettone”, che deriva dallo stratificarsi, ripeto, nel tempo di varie problematiche che sono state fino ad ora eluse».
Fermo restando che per Schillaci la priorità è quella di reperire le risorse necessarie per superare finalmente il blocco del turn over. La Calabria quindi può sperare in un provvedimento che sblocchi finalmente i concorsi in sanità. Nel frattempo sarebbe meglio chiarire però il giallo degli specializzandi ovvero perché oltre 370 ragazzi che nell’agosto scorso hanno risposto ad una manifestazione d’interesse della Regione ancora non sono stati immessi in servizio.