«Settimane fa, attraverso le testimonianze raccolte dai nostri referenti locali, siamo stati tra i primi a denunciare, a livello nazionale, l'emergenza legata alla carenza di personale sanitario nell'Azienda ospedaliera di Cosenza, mettendo in guardia collettività e la classe politica nazionale e regionale che, andando incontro al protrarsi dell'estate, si sarebbe corso il reale rischio di vedere esplodere, nel vero senso della parola, una situazione già di per sé a prova di bomba». È quanto scrive in una nota Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato infermieri Nursing up

«Avevamo fatto presente – continua – che la scellerata politica di razionalizzazione che ha caratterizzato, paradossalmente, gli ultimi anni della sanità calabrese, oggi ha contribuito a disegnare il desolante quadro di una realtà sanitaria, quale in particolare quella della provincia di Cosenza, e non è certo la sola, che è letteralmente in ginocchio. Ebbene quello che temevamo è accaduto».

De Palma parla di «situazione intollerabile, ben nota ai vertici della Regione». «Non sono solo i pazienti a pagare ogni giorno – afferma – nei reparti nevralgici, la carenza di personale, arrivato letteralmente allo stremo e non in grado di supportare il surplus di pazienti estivi, ma soprattutto si verificano situazioni paradossali e pericolose per l'incolumità psico-fisica degli stessi malati e anche del personale sanitario. Lo scorso 24 luglio, un infermiere del 118 di Cosenza, a quanto ci dicono a bordo di un'ambulanza che oltre tutto non era neanche di proprietà dell'azienda sanitaria, avrebbe salvato la vita a un operaio caduto da una impalcatura, e lo avrebbe stabilizzato in attesa dell'arrivo dell'eliambulanza, poi, dopo ore ed ore di servizio, allo stremo delle forze, sarebbe letteralmente collassato. Un episodio che non può passare inosservato: la politica locale non può continuare a nascondere la testa sotto la sabbia».

«Non è solo la situazione dell'ospedale di Cosenza, che è un hub di secondo livello e di conseguenza copre un bacino di utenza enorme, ma sono tutte le strutture dell'azienda sanitaria cosentina a vivere una situazione che non è più tollerabile, per i professionisti e per i pazienti, perché ci sono anche altri ospedali della provincia dove si verificano situazioni scabrose, come al “Nicola Giannettasio” di Corigliano-Rossano. Qui, ci dicono i nostri referenti, siamo arrivati al punto di una carenza di personale talmente grave che diventa praticamente impossibile sostituire gli infermieri che sono in ferie e quelli che sono in malattia. Sul pronto soccorso, infatti, non gravita solo il bacino d'utenza della Sibaritide, oltre duecentomila abitanti, ma anche il surplus turistico».

«Siamo di fronte a lacune strutturali gravissime che, oggettivamente – sostiene ancora De Palma – non mettono nella condizione i nostri professionisti di esprimere al meglio le proprie competenze, creando situazioni di rischio anche per i pazienti. Occorre un massiccio piano di assunzioni per garantire un indispensabile ricambio di personale, con una conseguente turnazione equilibrata che consenta, come in questo caso, ad un infermiere del 118 di recuperare le energie dopo ore e ore di servizio, e naturalmente un doveroso aumento degli investimenti sul personale, alzando il tetto di spesa, perché gli infermieri non possono e non debbono lavorare per un tozzo di pane».