«Se mi sento male a chi devo chiamare per salvarmi la vita?». Giovanni Casile ha quasi 80 anni, e fino a qualche anno fa faceva il fabbro tra Bianco e Africo. Il sopraggiungere di patologie cardiache e diabetiche non ha scalfito il suo spirito combattivo. Per lui la ricerca di un medico, a causa delle liste bloccate, è diventata una vera e propria odissea. Da due mesi il suo sanitario di famiglia è andato in pensione e lui si ritrova senza nessun dottore che gli prescriva i farmaci e le visite specialistiche. «Prima andavamo da diversi medici che ci prescrivevano i farmaci – racconta - adesso vengo a sapere che i medici non fanno più le ricette. Ci hanno detto di andare alla guardia medica, che però apre alle 8 di sera. E perchè dobbiamo aspettare fino a quell’ora per avere le ricette?».

Nella cittadina della Locride tutti i medici condotti hanno infatti i registri già pieni e non possono più accettare nuovi pazienti. La soluzione più vicina è rappresentata da dottori attivi nei comuni di Bovalino e Brancaleone, impossibilitati però ad intervenire in tempo in caso di emergenza. E così Giovanni, che negli uffici locali dell’Asp è conosciuto per i modi garbati e le buone maniere, si è rivolto a noi. «Io non posso andare a comprare tutti i medicinali o andare di nuovo a fare tutti i piani terapeutici – ha evidenziato - Per un ammalato tutto questo non è giusto».

Il caso di Giovanni non è isolato. La mancanza di un medico di base aumenta i disagi di un territorio dalla popolazione in prevalenza anziana, che ha la necessità del presidio sanitario di medicina generale. E che sia possibilmente raggiungibile anche a piedi. La categoria dei medici condotti in servizio in questi ultimi anni si è progressivamente ridotta perché una intera generazione di professionisti ha raggiunto i limiti di età ed è andata in quiescenza, sguarnendo i ruoli e determinando una situazione ormai insostenibile in termini di qualità di servizi resi.