Anche le linee guida all'adozione dell'atto aziendale sono ritenute generiche dai due ministeri affiancanti. Ecco le risultanze dell'ultimo tavolo di verifica. Censure sull'inutilizzo dei fondi e richiami al commissario ad acta
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«Asistematicità». È con questo termine che Roma stronca nuovamente la nascita di Azienda Zero l'ente di governance voluto dal presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto e, più in particolare, le procedure sinora messe in atto nel tentativo di avviarla.
La fuga in avanti
La censura è contenuta nell'ultimo verbale di verifica interministeriale che ha avuto luogo lo scorso marzo e le maggiori perplessità si addensano sull'approvazione da parte del commissario straordinario, Giuseppe Profiti, delle linee di adozione dell'atto aziendale. «Sarebbe opportuno dapprima adottare la norma regionale che superi i rilievi posti dai tavoli sulla legge regionale di istituzione di Azienda Zero e solo successivamente emanare i relativi provvedimenti attuativi». È il suggerimento che suona un po' come una stroncatura.
Le linee guida
«In tali termini il provvedimento commissariale non risulta possa avere attuazione, stante la vigenza della legge regionale» incalzano da Roma. «È necessario, pertanto, che la struttura commissariale proceda dapprima ad adottare gli opportuni interventi volti a superare i rilievi formulati dai Tavoli sulla legge regionale con particolare riferimento alla necessità di chiarire il perimetro di competenze tra il dipartimento regionale e Azienda Zero, e solo successivamente emanare i relativi provvedimenti attuativi».
Genericità
I due ministeri entrano poi nel merito del documento varato dal commissario Giuseppe Profiti: «Con specifico riferimento alle linee guida, pur nella consapevolezza della natura di indirizzo del documento in esame, si rileva la genericità dello stesso, in particolare nella descrizione del modello e assetto organizzativo che si intende adottare e nelle attività che verranno attribuite ad Azienda Zero. Peraltro, non risulta ancora chiarito il perimetro delle competenze tra il dipartimento regionale e Azienda Zero».
Compatibilità risorse
Ancora perplessità sulle risorse: «Si chiedono chiarimenti sulla compatibilità delle risorse stanziate dalla legge regionale con l’impianto delineato per Azienda Zero, che prevede un'ampia articolazione organizzativa rappresentata internamente con gli stessi organi di una azienda sanitaria locale e sviluppata in dipartimenti, strutture complesse e semplici e la possibilità di costituire dipartimenti interaziendali».
Dubbi costituzionalità
Si sollevano, inoltre, dubbi sulla costituzionalità delle legge regionale: «Si rimanda ai plurimi pareri resi anche in sede di esame per la verifica della costituzionalità della legge regionale».
I conti
Si passa poi all'esame dei conti. Il risultato di gestione al quarto trimestre 2022 registra un avanzo di 261 milioni di euro. «Si segnala tuttavia che l’elevato avanzo sull’anno 2022 è collegato al ritardo degli interventi che avrebbero dovuto essere messi in atto per l’erogazione dell’assistenza sanitaria per il potenziamento dei Lea, auspicati dalle numerose iniziative legislative nazionali a sostegno della Regione Calabria intervenute negli anni e dall’iscrizione dei contributi dello Stato a sostegno del piano di rientro della Regione Calabria che appaiono non utilizzati».
I fondi inutilizzati
«Si richiama il commissario ad acta al corretto e completo utilizzo delle risorse a disposizione per l’erogazione delle prestazioni assistenziali».
Il nodo personale
Nella relazione si dà poi conto di un report stilato dall'advisor contabile secondo cui al quarto trimestre 2022 sono presenti in Calabria 19.641 unità di personale, compreso quello assunto durante l'emergenza pandemica. «Il personale è in aumento di 489 unità rispetto al consuntivo 2021» sentenziano da Roma. «L’aumento è determinato dall'effetto congiunto dell'ingresso di 265 unità di personale a tempo indeterminato, 399 unità di personale a tempo determinato. Il personale medico registra una diminuzione di 99 unità, rilevata principalmente nella Asp di Cosenza e nell’Asp di Reggio Calabria».
«Tavolo e comitato evidenziano ancora una volta le fortissime criticità in ordine al reclutamento del personale - concludono - e il costante depotenziamento degli organici amministrativi. Invitano nuovamente il commissario ad acta ad approfondire la questione al fine di prospettare soluzioni».