«Passa il tempo ed è sempre più lacunosa per i nefropatici catanzaresi la gestione dell’azienda ospedaliera universitaria Renato Dulbecco». È quanto afferma il delegato Aned, Pasquale Scarmozzino, in una breve intervista rilasciata a LaC News24

«Le più urgenti e significative lacune registrate sono l’esame microbiologico per la ricerca degli anticorpi anti-recettore della fosfolipasi A2 (anti-PLA2R) per l’individuazione della glomerulonefrite membranosa idiopatica; l’esame poliomavirus BK responsabile di infezioni asintomatiche in pazienti immunodepressi e l’esame marcatore di infiammazione “PCR quantitativa” per il trattamento terapeutico di paziente trapiantato» denuncia il delegato Aned.

«Nel primo caso – aggiunge – si tratta di richiesta per acquisto di reagenti e materiale per evitare l’invio del test fuori regione (Bologna). Oggi, per quel che sappiamo, i tempi lunghi di attesa e di processo aggravano le condizioni cliniche del malato.

Il costo dell’esame in sé ci risulta basso: 50 euro? Perché allora l’azienda non si attiva a risolvere il problema e costringe i pazienti al ricorso a esami alternativi (biopsie) molto più invasivi?

Nel secondo caso siamo all’assurdo totale. La gestione è accentrata tra presidi ospedalieri diversi: il nefropatico in cura presso ambulatorio del presidio Materdomini di Germaneto viene inviato agli ambulatori del Pugliese Ciaccio per il singolo esame, quando dovrebbe dopo il prelievo essere la stessa azienda con posta interna inviarlo al presidio Pugliese.

Alla Dulbecco del commissario Carbone di Catanzaro NO! Scaricano il problema al paziente. Insomma: «Il cane mozzica sempre lo sciancato!»

«Se, ancora una volta, alla Dulbecco si vuole continuare a essere silenti ed immobili a specifici ed evidenti problemi sollevati, allora è il caso che il commissario ad acta Occhiuto sappia che i nefropatici non ci stanno» evidenzia Scarmozzino.

«Questo comportamento è il modo più brutto e distruttivo per nascondere una grande insicurezza e una falsa convinzione di sé stessi. Tale comportamento è soprattutto arroganza nei confronti dei pazienti che si permettono addirittura di fare domande giuste e semplici. Tutto ciò è stato denunciato anche al Garante della Salute della Regione Calabria Prof.ssa Anna Maria Stanganelli.

L’arroganza è il peggiore cappello che si possa portare in testa! Aned ha il dovere di denunciare comportamenti di manager che si comportano come “padroni delle ferriere”».