Due giorni nell’auditorium del Santuario Regionale di San Francesco di Paola, quarantott’ore per un corso di aggiornamento riservato a camici bianchi, professionisti del settore sanitario, direttori di Unità Operative Complesse, dirigenti medici e medici di medicina generale.

“Tra Covid e Pnrr: il futuro della sanità nel territorio”, questo il titolo dell’iniziativa cui hanno preso parte i principali attori della scena sanitaria provinciale, che hanno discusso sulle opportunità del PNRR e le nuove sfide manageriali che la pandemia ha imposto al sistema sanitario, nonché della possibilità di ridisegnare i parchi tecnologici e l’esigenza di guardare al settore sanità non più come una spesa ma come un investimento.

Nuovi modelli di cura negli obiettivi del Pnrr, le prospettive future della sanità territoriale, equità di accesso alle cure attraverso le innovazioni della tecnologia sanitaria, le opportunità della telemedicina, la terapia del dolore come diritto a non soffrire, la digital health per la presa in carico del paziente complesso, questi i temi approfonditi nelle cinque sessioni di lavori, organizzati secondo un programma concordato dalla responsabile scientifica del corso, la dottoressa Angela Riccetti, direttrice del Distretto sanitario Tirreno dell’Asp di Cosenza.

Proprio la dottoressa Riccetti, a margine dei lavori, ne ha così commentato l’esito: «Emerge soprattutto la volontà – ha detto la Direttrice Sanitaria dell’Asp sul Tirreno – di ricominciare dopo l’emergenza covid, che ha in pratica destrutturato un po' tutto quello che noi conoscevamo. Si è capito che non è più possibile è utilizzare quei modelli che abbiamo utilizzato fino ad oggi e credo che è questa è una grande opportunità che ci dà il Pnrr per la “missione sei”, che poi è quella che si occupa della organizzazione della sanità sul territorio. È una grande occasione che va accolta, ed è fondamentale che chi lavora nella sanità sia pienamente a conoscenza di questa grandissima possibilità. Quindi se ne discuta e si faccia formazione, si porti a conoscenza di che cosa significa di parlare di “reti territoriali di assistenza integrata” di “case di comunità”, “ospedali di comunità” – ha concluso Angela Riccetti – tutto quello che è racchiuso in nel questo grande progetto di riforma sanitaria del territorio».
Su uno dei temi che hanno caratterizzato la due giorni, si è concentrato il dottor Giuseppe Bisignani, che a proposito della telemedicina, ne ha esaltato funzioni e risultati per ciò che riguarda la cardiologia.

«In realtà la telemedicina per noi non è un evento nuovo – ha detto il Direttore di Cardiologia dell’Utic a Castrovillari – facciamo la telemedicina da circa 15 anni, con un progetto che già opera su territori. Il vantaggio della telecardiologia oggi è particolare, è quellodi far muovere le informazioni non i pazienti. Quello dell’Asp di Cosenza, è il progetto più grande d'Europa, adesso c’è una nuova gara che prevede anche un ampliamento di questo progetto, che coinvolgerà sempre di più il territorio. Su questo aspetto – ha concluso il dottor Bisignani – siamo messi veramente bene».