Assunti con un’ordinanza, a fine mese cesseranno di lavorare. Tali professionisti infatti non sono stati inseriti nei bilanci aziendali. Ora chiedono di incontrare Occhiuto
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Sono centinaia gli operatori sanitari che il 31 marzo cesseranno di lavorare nelle corsie degli ospedali calabresi dopo essere stati assunti in via straordinaria su base regionale dal Dipartimento Protezione civile nazionale con l’ordinanza n.709 del 24 novembre 2020.
Assegnati alle regioni e alle provincie autonome al fine di garantire supporto nel fronteggiare lo stato pandemico dovrebbero cessare di lavorare al termine dell’emergenza. Il tutto mentre proprio la pandemia ha messo in risalto la carenza di figure sanitarie nei nostri presidi ospedalieri e se queste venissero ora mandate a casa si svuoterebbero le corsie e la sanità calabrese, già claudicante, ne riceverebbe un duro colpo.
I precari non sono stati inseriti nei bilanci aziendali
In una nota stampa i precari reclutati tramite Protezione civile, spiegano di essere «stati reclutati con varie forme contrattuali e assegnati alle Aziende sanitarie del Servizio sanitario regionale, non rientranti nei bilanci aziendali e, quindi, dimenticati dalle recenti disposizioni nazionali relative alla stabilizzazione dei precari Covid».
Nasce un gruppo che li raccoglie
A tal fine si è costituito il gruppo Covid protezione civile Calabria che vede riuniti tutti gli operatori (medici, infermieri, tecnici della prevenzione, amministrativi ) delle cinque province calabresi con l’obiettivo di valorizzare e non disperdere il bagaglio di esperienze e competenze maturate in questi due difficili anni.
Sono legati allo stato di emergenza
«Non è infatti ragionevole subordinare la proroga o il rinnovo di questi contratti alla prosecuzione dello “stato di emergenza” – affermano - . Sicuramente anche nell’auspicabile imminente miglioramento del quadro epidemiologico, il Ssn resterà a lungo sottoposto ad elevata pressione, e chiamato a sostenere gravosissimi impegni per il completamento di tutte le importanti azioni recupero per i ritardi e le disfunzioni che l’emergenza pandemica ha causato alla attività assistenziale ordinaria».
«La pandemia ha messo infatti in risalto lo stato di forte sofferenza per l’assottigliamento e l’invecchiamento degli organici del Sistema sanitario nazionale causata da anni di politiche fatte di tagli indiscriminati al fondo sanitario nazionale.
Chiesto un incontro al governatore Occhiuto
Giacomo Gullo promotore del gruppo covid protezione civile Calabria soddisfatto della coesione e grande motivazione che anima i membri dello stesso, chiederà un incontro con il presidente della Regione Calabria al fine - chiosa la nota - di individuare uno specifico percorso risolutivo a questa vicenda».