Sanità Calabria

«Il personale del 118 costretto a lavorare in condizioni disumane»: la denuncia di Fp Cisl che dice basta a tagli e accorpamenti

Il sindacato critica anche la mancanza di un'adeguata formazione professionale e l'assenza di protocolli aggiornati oltre all'inadeguatezza dei locali che ospitano la centrale regionale Suem

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di Redazione Attualità
31 luglio 2024
20:02

«Siamo nel boom della stagione estiva ed il personale del 118 di tutta la Calabria è ancora costretto a lavorare in condizioni disumane». A denunciarlo sono i segretari Cisl Fp Giovanni Lopez, Antonio Curcillo e Giuseppe Rubino e la segretaria generale Luciana Giordano in un comunicato in cui si dà conto dei notevoli disagi a cui è sottoposto il personale che opera nel comparto dell'emergenza urgenza a seguito della riforma che ha previsto l'accorpamento del servizio nelle due centrali nord e sud in Calabria.

«Lo avevamo già scritto due mesi fa ma ancora una volta chi dovrebbe risolvere tale situazione fa orecchie da mercante. Si prosegue con tagli ed accorpamenti che seguono logiche discutibili, sicuramente non funzionali all’obiettivo di capillarizzare, armonizzare, efficientare, provvedere all’implementazione del personale destinato all’area dell’emergenza urgenza seguendo una logica di multidisciplinarietà, garantendo la presenza di tutte le figure che compongono gli equipaggi delle ambulanze, dei veicoli dedicati, delle sale operative» precisano i rappresentanti sindacali.


Un obiettivo, secondo la Fp Cisl, «ben lungi dall’essere raggiunto anche dal punto di vista del reclutamento della risorsa umana, visto che, mentre alcune figure del “team” prendono servizio, altre figure professionali sono tuttora mancanti nonostante siano indispensabili».

In particolare, le gravi criticità che persistono nell’attività della sala operativa regionale del suem 118 area sud «inficiano quotidianamente la tempestività e la qualità della gestione dell’emergenza urgenza, esponendo il personale in servizio a seri rischi di commettere errori di gestione e valutazione causati da stress lavorativo dovuto alla pressante richiesta di interventi e all’imperante disorganizzazione. Condizioni lavorative che inevitabilmente si ripercuotono sugli stessi pazienti, bisognosi di interventi di soccorso immediati ed efficaci».

«Vorremmo ricordare - incalzano i sindacati - qualora ce ne fosse bisogno, che la sala operativa 118 sud è deputata a coordinare i soccorsi per le province di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria per un totale di oltre un milione di abitanti. La mole di richieste di soccorso dovrebbe essere gestita da 8/10 operatori a turno; invece, sono presenti in servizio solo 5/6 unità infermieristiche che devono fronteggiare le molteplici richieste di soccorso da parte dell’utenza. All’esiguo contingente di personale in servizio, inoltre, non viene garantita un’adeguata formazione professionale e l’assenza di protocolli aggiornati fruibili inibisce la possibilità di lavorare in sicurezza e secondo criteri ben specifici, al fine di ridurre l’errore potenziale del singolo operatore. Ad aggravare tale situazione lavorativa si aggiunge l’inadeguatezza dei locali che ancor oggi ospitano la centrale regionale Suem 118 area sud, dove gli ambienti polverosi, gli spazi insufficienti, gli infissi non funzionanti, aumentano i fattori che incidono negativamente sulle condizioni di lavoro e sulla dignità del personale, oltre che sulla qualità del servizio».

La Cisl Fp Calabria si chiede e chiede al presidente e commissario, Roberto Occhiuto, e al commissario straordinario di Azienda Zero, Gandolfo Miserendino, «quanto tempo dovrà ancora trascorrere prima che siano realizzati i lavori di allestimento dei locali presso la cittadella regionale della Calabria destinati a ospitare la sala operativa 118 regionale emergenza urgenza dell’area sud?

E quanto tempo dovrà ancora trascorrere prima che tutta la Calabria possa beneficiare di un efficiente servizio di emergenza urgenza, con ambulanze medicalizzate e con equipaggi ben attrezzati? In tutta la regione, inoltre, non mancano i disagi per i neo assunti che vengono “parcheggiati” in locali disagiati per la mancata apertura di molte postazioni di emergenza territoriale ancora in allestimento.

Ai calabresi non servono slogan e rassicurazioni poco credibili e non serve aggiungere sul “medagliere” nuove pet su tutto il territorio calabrese se poi di fatto queste postazioni non sono operative e complete e dotate di tutte le figure professionali necessarie. Grande confusione in un “mondo”, quello dell’emergenza, dove tutto dovrebbe seguire una certa linearità.

A distanza di un semestre dall’avvio della nuova gestione sia dei soccorsi che dei trasferimenti secondari continuano a persistere, dunque, le molteplici criticità evidenziate fin dal primo momento in tutta la Calabria, che generano disorganizzazione e confusione negli operatori sanitari deputati a eseguire il soccorso o il trasferimento, nei tempi stabiliti dai protocolli ministeriali. Il disagio vissuto dagli operatori del 118 è notevole! Un disagio acuito dal mancato riconoscimento di un adeguato trattamento economico accessorio, dalla mancata erogazione dei buoni pasto».

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