La conferenza

Sanità, j’accuse di Carlo Guccione sulla gestione commissariale: «Roberto Occhiuto ha fallito»

VIDEO | L'esponente del direttivo nazionale del Pd denuncia: «Dopo 32 mesi di poteri straordinari la Calabria continua a rimanere in coda alle classifiche nazionali». E solleva dubbi sulla gestione delle risorse

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di Salvatore Bruno
23 luglio 2024
15:04

Trentadue mesi di poteri straordinari per mantenere, anzi, consolidare la posizione della Calabria in coda alle classifiche nazionali per qualità di prestazioni erogate. Parte da qui Carlo Guccione con il suo j’accuse nei confronti di Roberto Occhiuto nelle sue vesti di commissario della sanità in carica dal novembre del 2021. E dai dati certificati da Agenas, dal tavolo Adduce e dalla Fondazione Gimbe, questi ultimi però riferiti all’anno 2022, che collocano la regione su livelli ben lontani da quelli essenziali nell’ambito dell’adeguatezza delle cure.

Azione verticistica e inefficace

Affiancato dal presidente del Consiglio di Palazzo dei Bruzi Giuseppe Mazzuca e da Giuseppe Ciacco nella sua duplice veste di consigliere comunale e provinciale, Carlo Guccione nel corso della conferenza stampa convocata al terzo piano del municipio di Cosenza, compie un lungo excursus sui temi caldi, alcuni dei quali già sollevati negli ultimi giorni dalla stampa locale, inerenti la gestione della sanità calabrese, bollando l’azione di Occhiuto come verticistica, inefficace e sterile.


«Il commissario non riesce a spendere le ingenti risorse disponibili per la costruzione di nuovi ospedali né quelle provenienti dal Pnrr per mettere a punto la rete delle case della salute e degli ospedali di comunità, indispensabili – sostiene Guccione - per ridare ossigeno ai servizi territoriali e di prossimità. Sotto questo aspetto – denuncia – siamo ancora alle fasi della progettazione. Ma per non rimandare indietro questi fondi bisogna completare le opere entro il 2026. Inoltre non basta mettere in piedi le strutture - afferma ancora davanti ai cronisti – Occorre anche il personale necessario a farle funzionare. E queste assunzioni vanno programmate adesso». Servirebbe secondo l’esponente del Pd, un incremento di almeno il cinque percento del personale infermieristico e del 20 percento del personale amministrativo attualmente in dotazione al Servizio Sanitario Regionale.

Ospedale dimezzato

Sul nuovo hub di Cosenza Guccione parla di «urgenza non più procrastinabile, perché l’attuale stabilimento ospedaliero dell’Annunziata è di fatto dimezzato con appena 425 posti attivati sui 730 previsti. Per cui vi sono pazienti che attendono per giorni parcheggiati in pronto soccorso che si liberi un posto in reparto. E questa attesa può anche uccidere». E poi l'esponente del direttivo democrat nazionale, insieme a Mazzuca e Ciacco, si concentra anche sulla vicenda della transazione da 39 milioni di euro sottoscritta dall’Asp di Cosenza in favore di una società di factoring su cui rimangono punti oscuri tutti da chiarire: «Dalle carte in nostro possesso – denuncia – emerge che l’ufficio legale dell’Azienda Sanitaria sia stato chiamato ad esprimere un parere solo dopo la sottoscrizione della transazione stessa e che il tavolo interministeriale abbia appreso di questo accordo solo a gennaio, sollecitando l’interessamento della Guardia di Finanza e della Corte dei Conti. E poi, spulciando tra i documenti, viene fuori che in questa transazione sia stato pagato anche un debito a carico dell'Asp di Crotone. E potrebbe non essere l'unica distorsione presente».

Dubbio sui bilanci

Infine si è parlato anche dei bilanci delle Asp di Cosenza e Reggio Calabria «approvati grazie ad una norma nazionale che consente in Calabria di licenziare i documenti contabili in assenza dei consuntivi degli anni precedenti - ricorda Guccione - A Cosenza non si sono approvati i bilanci degli anni successivi al 2018, a Reggio Calabria quelli degli anni successivi al 2013. Per cui dal punto di vista finanziario permangono forti perplessità sull'attendibilità dei conti. Inoltre resta irrisolto, per quanto concerne Cosenza, il nodo degli accantonamenti del fondo rischi iscritti nel bilancio 2023: l'ufficio legale lo aveva quantificato in circa 100 milioni di euro, una società esterna incaricata di fornire una consulenza in merito in 37 milioni di euro. Sul documento contabile invece il fondo ammonta a circa 17 milioni di euro. C'è quindi il dubbio di una cifra corretta al ribasso per mantenere i conti in equilibrio».

Giornalista
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