A molti calabresi è capitato, purtroppo, di doversi recare al Pronto Soccorso e aspettare moltissime ore, in alcuni casi giorni, prima di essere portati in reparto. Il problema in questo caso non è la carenza di personale sanitario bensì di posti letto che in Calabria sono insufficienti rispetto alle necessità.

L’ex consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione, si è preso la briga di calcolare quanti sono i posti letto che mancano nella nostra regione. Solo all’ospedale civile dell’Annunziata mancherebbero 347 posti letto fra cui i posti aggiuntivi di terapia intensiva e sub intensiva (61) finanziati dopo il Covid. A Castrovillari ne mancano 96, nello Spoke Paola-Cetraro 52 e in quello Corigliano Rossano altri 62. In totale fanno 557 posti letto in meno rispetto a quanto previsto dal decreto 64 e dall’ultimo decreto del presidente della giunta regionale e commissario alla Sanità, Roberto Occhiuto.

Se si proiettano questi dati su base regionale alla fine in tutta la regione mancano circa 1000 posti letto. Il paradosso è che i soldi per l’edilizia sanitaria, che ha anche un suo peso nella validità della cura, ci sono ma non riusciamo a metterli a terra. È fin troppo facile citare ad esempio i tre ospedali (Corigliano Rossano, Piana e Vibo Valentia) finanziati nel 2004 e ancora fermi al palo. Ma ci sono anche i fondi per il nuovo ospedale di Cosenza che quando sembrava sul punto di partire è stato nuovamente bloccato dalla decisione dell’attuale giunta regionale di far eseguire un nuovo studio di fattibilità dopo quello commissionato da Mario Oliverio nel 2018. Potremmo continuare ma ci fermiamo ad un dato: la Calabria è all’ultimo posto in Italia nel rapporto abitanti/posti letto.

«Quella che abbiamo in Calabria – dice Guccione – è una sanità disegnata solo su carta, che esiste solo nei vari decreti emanati nel tempo dai commissari che si sono succeduti, ma a quelle deliberazioni sono seguiti davvero pochissimi fatti».

Resta il problema delle assunzioni, il nodo di quanto sia difficile reclutare nuovi medici. «Anche questo è un falso problema – dice Guccione – con i decreti Calabria 1 e 2 sono state stanziate delle somme e autorizzato un piano eccezionale di assunzioni, solo che io negli ultimi due anni ho visto pochissimi bandi di concorso o forse nessuno. Non è vero poi che non ci sono medici. Se Occhiuto dice che servono incentivi economici, come per i magistrati, per arruolare camici bianchi allora vuol dire che esiste un’offerta. È chiaro che se, come lei ha scritto, l’Asp di Cosenza impiega due anni e mezzo per espletare un concorso, difficile che i medici aspettino i tempi della burocrazia calabra».