Si attende il varo definitivo da parte del Consiglio dell'Unione, ma per ora non è previsto alcun taglio delle opere da realizzare. L'Ue abbassa l'asticella, la Calabria prova a blindare tutti gli interventi
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I tagli ci saranno ma non nel numero degli interventi. Filtrano le prime notizie sul destino delle opere di edilizia sanitaria finanziate con i fondi del Pnrr, incluse nella proposta di revisione che ha già ottenuto una valutazione positiva da parte della Commissione Europea. In attesa del varo definitivo da parte del Consiglio dell’Unione atteso entro fine mese, quel che è certo è che nessuna delle opere previste nel piano verrà definanziata.
Revisione al ribasso
Si è proceduto piuttosto ad una revisione al ribasso dei target, quelli sì oggetto di taglio, ma che renderanno infine più flessibili gli obiettivi fissati dal piano, inizialmente tanto rigidi da renderli quasi irraggiungibili, soprattutto alla luce delle congiunture socio-economiche che hanno prodotto una vertiginosa lievitazione dei prezzi delle materie prime.
Gli ostacoli
Aumento dei costi di costruzione, difficoltà di approvvigionamento ma anche ritardi accumulati nelle progettazioni, i principali ostacoli oggi meno insormontabili per il duplice effetto della revisione dei target e della dilatazione delle scadenze decise da Bruxelles. In estrema sintesi, per ottenere l’intero finanziamento non sarà più necessario conseguire pedissequamente tutti i target ma una percentuale inferiore stabilita nella rimodulazione del piano.
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Nessun definanziamento
La conferma arriva direttamente dall’Unità di Missione del ministero della Salute che in una nota di chiarimento assevera il nuovo approccio: nessun «definanziamento a carico delle singole misure né modifiche rispetto alla programmazione Cis». Per ottenere l’erogazione dei fondi da parte dell’Europa sarà necessario portare a casa in media il 75% degli interventi e non la totalità di quelli previsti.
L'intero plafond
A titolo d’esempio, su 1.350 case di comunità finanziate su scala nazionale basterà portarne a termine 1.038 per ottenere ugualmente l’intero plafond di risorse. Lo stesso vale per le centrali operative (basterà centrarne 480 sulle 600 previste) e per gli ospedali di comunità (307 da centrare sui 400 totali da realizzare).
In Calabria
Le percentuali previste a livello nazionale dovrebbero applicarsi in egual misura per le opere previste nei piani delle singole regioni. Nella sua programmazione la Calabria si era vista approvare 61 case di comunità, 21 centrali operative territoriali e 20 ospedali di comunità. In questo caso, sarà sufficiente completare 46 case di comunità e 15 ospedali di comunità per ottenere l’intero finanziamento.
Le Cot
Per le centrali operative territoriali, invece, il target da conseguire sarà dell’80%, quindi 17 di quelle programmate ma con una dilazione della scadenza «posticipata in via prudenziale dal secondo trimestre 2024 alla fine del medesimo anno». L’acquisto delle grandi apparecchiature subirà pure uno slittamento dei tempi: da dicembre 2024 a giugno 2026. Anche le opere completate e non finanziate con fondi del Pnrr – ma come nel caso della Calabria con risorse aggiuntive regionali – saranno computate ai fini del raggiungimento del target.
Fondi statali
Nel caso in cui, invece, le criticità nel completamento degli interventi non siano ascrivibili ai ritardi nella progettazione ma all’aumento del fabbisogno finanziario – ad esempio, l’aumento dei costi di costruzione - potranno essere impiegate le risorse per le opere previste ma non ancora completate (incluse quindi nella percentuale residua). Queste ultime saranno successivamente realizzate con altri fondi statali (ex art.20 o fondi del Fsc) messi a disposizione sulla base di una proposta che ciascuna Regione dovrà presentare a titolo di rimodulazione del piano.