Il docente di Igiene e salute Pubblica dell'ospedale di Milano: «Ci sono 14mila casi, l'Oms ragiona con una logica di attivare i sistemi di sorveglianza in modo da non farsi cogliere impreparata da qualche variante»
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«Non è una malattia eccessivamente pericolosa, però i numeri sono importanti nel senso che non è un fenomeno, cioè non c'era questa malattia. Ci sono 14mila casi, l'Oms ragiona con una logica di attivare i sistemi di sorveglianza in modo da non farsi cogliere impreparata da qualche variante, c'è la malattia nuova, di solito poi si ridimensiona il fenomeno. Una malattia nuova o comunque che si diffonde dove non c'era, deve sempre indurre le autorità sanitarie a una grande attenzione, l'Oms parla al mondo, a tutti Paesi e questo è un fenomeno da seguire».
Lo afferma Carlo Signorelli, docente di Igiene e salute Pubblica dell'Istituto San Raffaele di Milano, commentando la decisione dell'Oms di dichiarare il vaiolo delle scimmie "emergenza sanitaria globale" .
La decisione dell'Oms «significa che deve continuare con attenzione la sorveglianza e cioè la conta dei casi - spiega l'esperto - sulla modalità di trasmissione della malattia che ancora non è chiarissima ed eventualmente, come si sta facendo in Italia, usare alcune dosi di vaccino che sono state distribuite per fare delle vaccinazioni a gruppi selezionati esposti, che sono fondamentalmente personale sanitario e personale laboratoristico che ha a che fare col virus, che per fortuna clinicamente al momento non sembra che dia situazioni così gravi però merita un monitoraggio continuo perché evidentemente non erano dei casi sporadici, ma insomma dei numeri, anche in Italia, che implicano grande sorveglianza e attenzione».