Mai come nell'anno della pandemia, vaccinarsi contro l'influenza stagionale è diventato fondamentale, sia per le fasce protette che per la popolazione attiva. Lo ripetono da mesi gli esperti, lo ha confermato il Ministero della Salute il 5 giugno scorso, l'ha ribadito l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) lo scorso 4 settembre. Oggi a rassicurare proprio la fetta di popolazione non coperta dalla campagna vaccinale pubblica - persone al di sotto dei 60 anni e senza patologie particolari - è arrivato l'annuncio di Federfarma: a fornire oltre un milione di dosi da acquistare direttamente in farmacia sarà il mercato estero.

 

Una indicazione contenuta nell'intesa Stato-Regioni che dovrebbe risolvere la carenza di più di un milione di dosi di vaccino denunciata nelle scorse settimane. La produzione delle aziende italiane infatti è interamente impegnata a rispondere alla richiesta delle Regioni e solo 250 mila dosi finora sono previste per le farmacie.

 

In mattinata il presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css) e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) sull'emergenza Covid, Franco Locatelli, ha reso noto che «sono già disponibili oltre 17,5 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale, un numero decisamente incrementato rispetto a quello che era l'uso negli anni passati». A rendersi necessario un aumento di oltre il 40% di dosi vaccinali contro l'influenza è non solo per evitare la confusione della sovrapposizione dei sintomi tra influenza e Coronavirus, ma anche la possibilità di fare diagnosi più veloci e non intasare i pronto soccorso.

 

Dalle Regioni la corsa al vaccino è partita già nei mesi scorsi, con picchi come nel Lazio, che ha addirittura raddoppiato la quota. Le aziende farmaceutiche italiane hanno garantito la produzione sollecitata dalle Asl regionali ma a restare fuori sembravano essere le farmacie. Cioè i presidi dove i cittadini che non rientrano nelle fasce protette acquistano il vaccino: nel 2019 sono stati tra 800 e 900 mila. Mentre in 10 milioni (il 16,7% della popolazione) si sono immunizzati attraverso il sistema sanitario pubblico. «Saranno gli importatori a contattare le aziende sul mercato estero, sia in Europa che fuori, e a presentare il dossier all'Aifa, che a sua volta dovrà avviare i dovuti controlli sul prodotto, dare l'autorizzazione e favorire la distribuzione sul mercato italiano», ha spiegato il presidente di Federfarma Marco Cossolo.

 

«Auspichiamo che riescano a recuperare oltre un milione e 200mila dosi da destinare alle farmacie, sui tempi non siamo in grado di dire nulla - ha continuato - ma stiamo lavorando tutti nella stessa direzione per far arrivare il vaccino sicuro e autorizzato il prima possibile». La Federazione inoltre, insieme con Fofi e la Fondazione Cannavò offre alle istituzioni la massima disponibilità a collaborare con le farmacie pronte a distribuire i vaccini messi a disposizione dal Ssn anche per conto delle amministrazioni regionali. Non solo, le federazioni stanno promuovendo dei corsi per fornire ai farmacisti le competenze per somministrare direttamente i vaccini ai cittadini. «In questa prospettiva - ha concluso Cossolo - chiediamo un provvedimento legislativo che abiliti il farmacista a inoculare i vaccini, come avviene in molti Paesi dell'Unione Europea, con prescrizione medica e dalla seconda volta che viene fatto a garanzia delle persone poiché così si escludono eventuali episodi allergici non in presenza del medico».

 

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