Per il consulente del commissario per l'emergenza la vaccinazione della popolazione tra 12-17 anni «non è fondamentale per rallentare la corsa del virus, così come invece lo è quella dai 18 ai 30»
Tutti gli articoli di Salute
PHOTO
«Indubbiamente i dati sugli adolescenti sono pochi e bisogna raccoglierne di più. È vero che dobbiamo procedere con la vaccinazione nella popolazione giovane perché è troppo importante per la circolazione delle varianti. Ma sono d'accordo ad aspettare un po'». Così, durante la trasmissione Agorà, su Rai Tre, Guido Rasi, consulente del commissario per l'emergenza Coronavirus, Figliuolo e già direttore dell'Agenzia Europea dei medicinali (Ema), secondo il quale la vaccinazione della popolazione 12-17 anni «non è fondamentale per rallentare la corsa del virus, così come invece lo è quella 18-30».
AstraZeneca
La decisione di limitare il vaccino Astrazeneca agli over 60, considerando l'andamento epidemiologico, «oggi è assolutamente giusta: è illogico prendere quel rischio infinitesimale che c'è nella popolazione sotto i 60 anni. Adesso si può prevenire, preveniamolo». Rasi è poi tornato sulle parole di Marco Cavaleri, presidente della task force sui vaccini dell'Agenzia Europea dei medicinali, che in un'intervista avrebbe sconsigliato Astrazeneca per tutti: «Gli ho parlato personalmente perché anche io ero stupito, ma mi ha assicurato che non lo ha detto e non lo pensa. Ha avuto un malinteso con il giornalista, ma non pensa sia necessario fermare completamente Astrazeneca».
Il caso della variante in palestra
Quanto al focolaio di variante indiana nella palestra di Milano «deve diventare prototipo di studio per capire come è avvenuto il contagio, non possiamo farci sfuggire l'occasione di farne un modello di studio».