Perdere capelli, ciglia, sopracciglia. Ritrovarsi a lottare contro con un cancro o contro un’alopecia universale e non riconoscersi allo specchio, sommando il dolore di una malattia al disgregarsi di un’identità visiva.

 

Accade spesso, specie alle donne e anche se oggi esistono trattamenti di dermopigmentazione che permetterebbero loro di ridefinire sopracciglia, occhi, labbra o ricostruire il complesso capezzolo-areola mammaria non tutte possono permetterselo. Almeno non fino ad ora.

 

Lo studio Mc Vicar di Lamezia Terme, il cui titolare è Francesco Valente, ha deciso, infatti, di regalare i tatuaggi paramedicali a chi non ne ha le possibilità economiche.

 

Si tratta di tatuaggi bidimensionali, realizzati attraverso l'utilizzo di un dermografo con aghi sterili, che vanno a depositare pigmenti nell’epidermide e nella zona da trattare.

 

«Ho perso capelli, ciglia e sopracciglia in tre mesi», racconta Maria, una delle donne che ha usufruito del trattamento di dermopigmentazione alle sopracciglia. Un giorno si è accorta di una piccola chiazza sul cuoio capelluto. Da lì a breve avrebbe perso tutti i capelli e il suo viso, privato delle ciglia e delle sopracciglia, sarebbe cambiato completamente. «Mi sentivo un fantasma», ci dice.

 

Il tutto mentre lottava con un cancro appena diagnosticato a suo figlio, mentre le energie e i soldi del bilancio familiare sparivano inghiottiti da viaggi per i ricoveri e medicine, rincorrendo la speranza, poi realizzatasi, che il piccolo tornasse presto in salute.

 

Lasciatasi alle spalle questo incubo, Maria ha trovato in Francesco Valente la possibilità di tornare a sorridere anche guardandosi allo specchio, riscoprendo quell’armonia di lineamenti che le sopracciglia danno e, soprattutto, riconoscendo se stessa rispetto a quell’estranea che sembrava essere subentrata insieme all’alopecia.

 

E come lei ci sono anche altre donne che stanno ritrovando il sorriso e se stesse affidandosi alle mani esperte di Valente che ricorda di avere effettuato il suo primo trattamento su una vicina di casa affetta da un cancro.

 

Una donna che purtroppo ora non c’è più ma che gli ha fatto scoprire quanto quello che potrebbe sembrare un “vezzo” possa influire sul benessere psico-fisico e instillare quell’energia positiva utile ad ogni processo di guarigione.

 

La dermopigmentazione è una tecnica che ha origine dal tatuaggio e che insegue lo scopo di ridisegnare elementi del corpo che hanno perso la loro definizione.

 

Il tatuaggio paramedicale è ben differente, insomma, dal tatuaggio puramente estetico in quanto è finalizzato a garantire il benessere psicofisico dei pazienti, successivamente a sedute di radioterapia ed interventi chirurgici.

 

Grazie ad una tecnica di tatuaggio 3D all'avanguardia e a veri e propri disegni artistici, il tatuaggio paramedicale è in grado di ripristinare un effetto estetico armonioso, con un risultato finale naturale e molto prossimo all’aspetto originale.

 

La dermopigmentazione paramedicale consiste, invece, nella realizzazione di un tatuaggio bidimensionale, attraverso l'utilizzo di un dermografo con aghi sterili, che vanno a depositare pigmenti nell’epidermide e nella zona da trattare.

 

I pigmenti devono essere specifici per la dermopigmentazione, essere testati, monouso e sterili. É preferibile utilizzare i pigmenti inorganici, in quanto non sono tossici né irritanti per la pelle e comportano meno rischi di provocare allergie.