E’ attiva dal mese di settembre all’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro una linea telefonica, 0961883241, dedicata alle donne con sospetta neoplasia alla mammella, il tumore femminile più frequente. «Con questo numero – spiega il direttore di chirurgia dell’azienda ospedaliera Francesco Abbonante - cerchiamo di dare la possibilità alle donne di arrivare quanto più precocemente possibile al confronto con lo specialista, ad avere una diagnosi e un trattamento multidisciplinare. Circa 850 nuovi casi di cancro della mammella sono attesi ogni anno in Calabria». Il servizio garantisce alla donne una visita specialistica entro pochi giorni dalla chiamata e in caso di tumore al seno  verrà presa in carico dalla Breast Unit dell’azienda ospedaliera, un gruppo multidisciplinare formato da diverse figure professionali, dal chirurgo, al radiologo, dal radioterapista allo psicologo, dal fisioterapista agli infermieri dedicati, con il supporto dei volontari  dell’associazione Salute Donna, che prende in carico la paziente dal momento della diagnosi fino alla terapia passando per l'aspetto psicologico.

La paziente al centro

«Il ruolo del radiologo – spiega Bernardo Bertucci, direttore della radiologia – è individuare il più precocemente possibile una lesione, sospetta o no, e cercare di fornire un dato diagnostico e istologico al chirurgo, agli oncologi, per migliorare e ottimizzare il percorso diagnostico e terapeutico nel più breve tempo possibile. Il tempo è fondamentale per il paziente». «Abbiamo già ricevuto le pirme chiamate – aggiunge Elvira Mazzei, direttore radioterapia oncologica -  e abbiamo già fatto fronte alle necessità di alcune pazienti. Noi ci ritroviamo ogni giovedì pomeriggio e facciamo una riunione multidisciplinare, discutiamo i casi clinici sia prima dell’intervento che dopo».

«Curarsi in Calabria si può»

«Ci sono tante professionalità a disposizione della gente che non ha più bisogno di partire ma può curarsi nella sua terra – aggiunge il direttore Abbonante - secondo i requisiti della comunità europea, della società Eusoma che guida i gruppi di studio e di lavoro periferici che si attengono ai protocolli internazionali. Il primo che parlò di Brest Unit a Catanzaro fu Carlo De Lellis negli anni ’90. Poi continuò su questa strada il dottore Leone, che veniva dalla sua scuola. Adesso noi siamo un gruppo avviato e stiamo cercando di far sapere che siamo a disposizione della gente». Qual è dunque il consiglio da dare alle donne in caso di anomalie sospette?  «Il consiglio è di affidarsi perché prima si arriva e meglio è – risponde Rosanna Mirabelli, direttore ff oncologia medica -. Qui le donne troveranno sicuramente un clima disteso. Le pazienti devono sapere che si tratta di un percorso facilitato perché non devono più prenotarsi prima in senologia, poi in oncologia, poi in radioterapia. Ma è una presa in carico completa della paziente».