Secondo il consigliere regionale, a mancare sarebbero le residenze sanitarie assistenziali (RSA), indispensabili per la gestione e il benessere della popolazione meno giovane
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«C’è il pericolo concreto che molti anziani non autosufficienti in Calabria non trovino più posto nelle che rischiano di vedere decaduti autorizzazioni e accreditamenti. È il risultato di una situazione esplosiva, che purtroppo finora non si è voluto affrontare con la giusta determinazione. In poche parole: da un lato, la Regione, attraverso le Asp, autorizza il ricovero di pazienti nelle RSA, riconoscendone lo stato di necessità; dall’altro, le stesse Asp, con motivazioni surreali, non riconoscono queste prestazioni, gettando nella crisi più preoccupante il sistema». A dichiararlo in una nota il consigliere regionale di Forza Italia Domenico Tallini.
Dalle audizioni tenute in commissione politiche sociali, tale incredibile situazione è venuta fuori in tutta la sua drammaticità, per stessa ammissione dei manager delle Aziende Sanitarie Provinciali. Abbiamo preso atto dalla viva voce dei direttori generali che esistono lunghe liste di attesa, che le Asp autorizzano i ricoveri e poi non riconoscono le prestazioni, poiché i contratti del settore vengono firmati a dicembre di ogni anno e il budget di riferimento non viene calcolato a consuntivo. Abbiamo anche appreso che ogni Asp interpreta autonomamente il budget da assegnare, determinando discriminazioni tra un territorio e l’altro.
Notevoli sono i danni per i privati (che comunque hanno sempre la possibilità di vedersi riconosciuti i loro diritti dai giudici), ma ovviamente ancora più gravi sono i danni per i pazienti e le loro famiglie, nonché per le centinaia di operatori delle strutture che vedono a rischio le loro competenze.
Ho chiesto al presidente Mirabello di investire la nuova struttura commissariale del grave problema, sottolineando come prestazioni che rientrano nei LEA (livelli essenziali di assistenza) vengano dapprima sottostimate nel calcolo del fabbisogno territoriale e poi, utilizzando ritardi nella sottoscrizione degli accordi, vengono autorizzati i ricoveri e poi non riconosciute le prestazioni. Prima che sia troppo tardi e che decine di centinaia di famiglie calabresi siano privati di questa fondamentale forma di assistenza».