“#Fame zero” è lo slogan scelto per la giornata mondiale dell’alimentazione 2019. L’obiettivo non è solo quello di dare da mangiare agli affamati, ma di garantire a tutti una corretta e sana alimentazione nel rispetto del suolo e delle specie animali.

 

Nel mondo sono 820 milioni le persone che soffrono la fame. In Italia, sono quasi 3 milioni. In Calabria 300 mila, al terzo posto tra le regioni con maggior numero di assistiti dalle associazioni di volontariato. Seguita dalla ricca Lombardia con quasi 229 mila persone che hanno richiesto aiuto. A rischio povertà, secondo i recenti dati Eurostat, è il 32,7% della popolazione calabrese. 

 

Un paradosso se si considera che solo in Calabria sono finiti nel bidone 125 milioni di euro di alimenti sprecati, in particolar modo nelle famiglie e nella ristorazione. Si calcola che, in media, per ogni cittadino, vengano gettati nella spazzatura circa 36 kg di cibo tra verdura, frutta, pane e formaggi. 

 

Questi i dati che emergono nel Rapporto presentato dalla Fao che si basa sulla povertà registrata dagli aiuti alimentari distribuiti dall’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, che fornisce i prodotti al Banco alimentare. Ma chiaramente vi è un dato sommerso molto più elevato.

 

Quasi un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate che sarebbero ampiamente sufficienti a sfamare la popolazione che soffre di fame cronica. Dall’altro lato, invece, in tutto il mondo è in aumento il fenomeno dell’obesità. Ne soffrono attualmente 670 milioni di adulti e 120 milioni di ragazzi. 

 

Caritas diocesane 

 

Molto attive sul territorio sono anche le Caritas diocesane che, attraverso le risorse dell’8xmille, forniscono alle parrocchie generi alimentari e prodotti per l’igiene personale e della casa. La Diocesi di Catanzaro-Squillace, per esempio, gestisce l’Emporio solidale “Boccone del povero” ed ogni anno distribuisce prodotti per circa 70 mila euro.

 

«Molti sprechi  - ha detto Don Roberto Celia, responsabile dell’ “Emporio” della Caritas diocesana – si verificano molto spesso nella piccola, ma anche nella grande distribuzione, uno spreco che si può risolvere facilmente comunicando per tempo la presenza di prodotti in scadenza. Sarà cura dell’Associazione o delle caritas, farsi carico del ritiro in negozio e della consegna ai poveri». Don Roberto, insieme ai volontari della Caritas dà aiuto anche a 150 persone della diocesi che si rivolgono a lui per il pagamento di utenze, farmaci, affitto, viaggi della speranza e materiale scolastico.

 

Coldiretti 

 

Coldiretti, sia a livello nazionale che regionale, ha fornito una sua analisi sul fenomeno. «La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari – si legge in una nota di Coldiretti nazionale - lo ha fatto attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli. Infatti sono appena 113mila quelli che si sono serviti delle mense dei poveri a fronte di 2,36 milioni che invece hanno accettato l’aiuto delle confezioni di prodotti. Ma ci sono anche 103mila persone– che sono state supportate dalle unità di strada, gruppi formati da volontari che vanno ad aiutare le persone più povere incontrandole direttamente nei luoghi dove trovano ricovero».

 

In particolare, in Calabria, è stato evidenziato anche il lavoro svolto nelle scuole per promuovere stili di vita sani. «Donne Impresa Coldiretti Calabria –  ha riferito Angela Mungo coordinatrice regionale del progetto educazione alimentare -   proprio in questo scenario, porta avanti in ben 39 Istituti Comprensivi di tutta la regione e oltre duemila alunni il Progetto di Educazione Alimentare. Si tratta di un percorso di educazione alimentare a diretto contatto con fattorie didattiche, agriturismi e aziende agricole aderenti a Coldiretti, oltre che dei Mercati di Campagna Amica che educa anche alla tutela della biodiversità che è sempre più attuale. Con l'ausilio dei produttori agricoli e di tecnici abbiamo avviato una serie di attività e laboratori sul cibo e cultura alimentare nonché la conoscenza delle filiere agricole calabresi quali latte, grano, olio, miele, ortofrutta ed altre».

 

Legambiente

 

Anche l’Associazione ambientalista nazionale è intervenuta sul tema, evidenziando il valore del progetto “SOIL4LIFE” che sta portando avanti da tempo: «Il nostro attuale sistema alimentare spinge al limite lo sfruttamento di suoli e acque per produrre alte rese di materie prime destinate, in gran parte, a nutrire gli animali d’allevamento, oltre che a rifornire la produzione industriale di cibo-spazzatura. Ed è così che ben il 33% del suolo risulta altamente degradato». 

«Abbandonare i tradizionali modelli di coltura intensiva, ridurre al minimo o eliminare l’uso di pesticidi e dare uno stop al consumo di suolo sono i passi da compiere per salvaguardare le potenzialità produttive delle terre agricole – ha piegato Damiano Di Simine, responsabile scientifico del progetto SOIL4LIFE -. L’erosione, il degrado e il consumo del suolo sono stati temi accantonati per troppo tempo, ma ora tornano di rilevanza in funzione della lotta ai cambiamenti climatici, una minaccia per tutto il pianeta. Temi su cui SOIL4LIFE sta sensibilizzando agricoltori, pubbliche amministrazioni, pianificatori territoriali, ma anche i bambini e le bambine delle scuole».