Durante la stagione estiva si è maggiormente esposti all’aria aperta e conseguentemente al rischio di essere punti da api e vespe. Il veleno degli imenotteri - così vengono definiti questi insetti - può essere pericoloso in modo particolare per i soggetti allergici e soprattutto per quelli che scoprono di esserlo solo a seguito della puntura dell’insetto.

Nei casi più severi, dopo una puntura di un'ape, ad esempio, può svilupparsi uno shock anafilattico. Questo è caratterizzato da una riduzione della pressione arteriosa marcata e persistente, la quale può condurre a intorpidimento o perdita di coscienza, vertigini e arresto cardiocircolatorio.

In Calabria, però, qualora si venisse punti da una vespa o da un'ape, oltre al danno potrebbe aggiungersi anche la più classica beffa. Nel prontuario regionale, non è infatti inserito un farmaco salva vita di fascia H (a carico del sistema sanitario nazionale) e, inoltre, gli unici centri specialisti al trattamento di patologie allergiche,  a seguito di puntura da imenotteri, sono ubicati nel Reggino. Una situazione paradossale che, oltre a mettere a repentaglio la salute dei cittadini, fa aumentare le spese a carico degli stessi, costretti a sobbarcarsi centinaia di chilometri per vedersi inoculato il vaccino contro il veleno di emenotteri.

In considerazione a tale problematica, l’ex sindaco di San Giovanni in Fiore Giuseppe Belcastro, ha inviato una lettera a Roberto Occhiuto, governatore della Calabria e commissario ad acta della sanità calabrese. Nella missiva, Belcastro chiede «un chiarimento in merito alle tempistiche di inserimento nel prontuario regionale di un farmaco in fascia H, considerato salva vita». Tale farmaco fa riferimento appunto a «immunoterapia specifica per veleno di imenotteri (Api e Vespe)».

«Come si evince dalla Gazzetta Ufficiale. 147 del 22 Giugno 2021 – scrive Belcastro -, i prodotti in questione sono ad uso ospedaliero (fascia H), rimborsati dal sistema sanitario nazionale e quindi ad uso gratuito per il paziente».

«In Calabria – continua l’ex sindaco di San Giovanni in Fiore - i due centri specialisti deputati al trattamento di tali patologie sono entrambi ubicati nell'Asp di Reggio Calabria, precisamente nelle strutture sanitarie di Scilla e Locri».

«Entrambi i responsabili di struttura hanno, come da protocollo, richiesto tramite le loro farmacie ospedaliere l'inserimento dei farmaci in questione nel Prontuario Regionale, conditio sine qua – specifica ancora Belcastro - non per la dispensazione gratuita del farmaco ai pazienti. Tutto questo avveniva circa un anno fa».

Giuseppe Belcastro denuncia il mancato inserimento del farmaco nel prontuario regionale, chiedendo quindi a Occhiuti di intervenire nel più breve tempo possibile: «Ad oggi la commissione responsabile dell'inserimento dei prodotti nel prontuario non si è ancora pronunciata, questo a discapito dei pazienti che per tutelare la propria incolumità sono costretti ad acquistare a proprie spese il prodotto».

«Infine, segnalo che su tutto il territorio nazionale la regione Calabria attualmente è l'unica in tale situazione. Chiedo quindi – scrive Belcastro in conclusione - immediato riscontro in merito in modo da poter sanare il prima possibile l'attuale dispensazione del farmaco».

Anche i pazienti alzano la voce

A denunciare la situazione anche alcuni pazienti. «Se si viene punti da un imenottero (api o vespe) e ci si scopre allergici e ci si deve sottoporre a vaccinazione in Calabria, bisogna recarsi a Scilla o a Locri. Infatti, solo in questi due ospedali è possibile fare l'inoculazione della terapia immunologica. Siamo tantissimi i pazienti dai paesi più sperduti della provincia di Cosenza a recarci, ogni settimana, in provincia di Reggio Calabria per la cura. Tantissimi altri pazienti addirittura si recano fuori regione. Una situazione ormai insostenibile». È quanto dichiarano un gruppo di pazienti i quali, oltre al danno per il disagio di percorrere centinaia di chilometri sono costretti anche a pagare di tasca propria la cura che costa, solo per le prime dosi, circa 300 euro.

«La Calabria è l'unica regione d'Italia - scrivono i pazienti - che non paga la terapia. L'Aifa ha stabilito che il vaccino per le punture di api e vespe sono dei veri e propri salvavita e pertanto deve essere a totale carico del servizio sanitario nazionale».

I pazienti chiedono al presidente della regione di «attivarsi affinché venga sanata, al più presto, questa situazione».

«Molta gente - dicono i firmatari della lettera -, rinunciano alla cura perché non sono nelle condizioni di affrontare lunghi viaggi e acquistare il farmaco. C'è gente che può rischiare la vita per una puntura di insetti. Bisogna che Occhiuto intervenga prima che sia troppo tardi». Infine, i pazienti ci tengono a ringraziare i medici della 'Casa della Salute' di Scilla per la «loro grande competenza e disponibilità».