VIDEO | L’appello al dialogo tra Regione e il commissario Cotticelli della neuroscienziata Amalia Bruni, anima del Crn per non far morire la struttura lametina
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Guarda con desolazione i laboratori deserti del suo centro regionale di Neurogenetica Amalia Bruni, scienziata di fama internazionale, autrice di importanti scoperte sull’Alzheimer e anima di un centro diventato noto a livello nazionale ed internazionale e che ha sede proprio in Calabria, nell’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia, in una terra in cui sanità fa rima con disservizi e mancanze. Le sedie sono vuote, a maneggiare i macchinari non c’è nessuno. Ancora una volta il Centro si trova da solo a lottare tra le acque agitate della burocrazia e della politica. Da un lato le sirene di chi elogia il Crn, le sue qualità e il suo essere un’eccellenza, dall’altro la mancanza di fatti che facciano seguito alle parole.
E così venuti meno i fondi, senza stipendio da agosto i dipendenti, quattro genetiste hanno mollato la presa e l’attività di ricerca è stata stoppata ma ad essere a rischio è anche la diagnostica. «Il fondo della Regione che era stato messo a disposizione per un triennio era costituito da soli 200mila euro e sono terminati ad agosto – spiega Bruni - . Abbiamo difficoltà immense a pagare il personale che comunque ha deciso di restare fino a dicembre. La legge regionale del 2007 che “ci proteggeva” non è stata rifinanziata. Questo ha portato allo svuotamento del laboratorio di biologia molecolare. Non è solo una questione di stipendi, le condizioni in cui siamo ci hanno portato ad avere lavoratori precari anche da 17 anni». «Ci sarebbe bisogno - afferma la scienziata - di concertazione tra politica e commissari. Il mio è un appello al dialogo e alla discussione tra la Regione e il commissario Cotticelli».