Poco efficiente, con una grave carenza di personale, con locali non idonei e dati informatizzati pressoché inesistenti.  Insomma, tutta da riorganizzare la rete vaccinale della provincia di Cosenza, da rendere fruibile e più sicura a beneficio di anziani e bambini, soprattutto, per i quali i vaccini rappresentano la via di prevenzione più efficace per determinate malattie.

E non c’è da aspettare ancora, anche in vista della nuova campagna antinfluenzale e in considerazione del fatto che la dotazione organica è «così carente da costringere i pochi medici vaccinatori a spostarsi da una sede vaccinale ad un’altra per garantire comunque la necessaria sicurezza nello svolgimento delle attività».  

 

Dal blocco del turn over alle sedi carenti

Il resto delle problematiche le cita una ad una il consigliere Carlo Guccione, che ha prodotto una interrogazione a risposta scritta indirizzata al presidente della Regione Calabria.

Criticità ad esempio, ci sono nella sede di Trebisacce che «si dibatte in una carenza di requisiti igienico-sanitari» e avrebbe necessità di “duplicarsi” con una nuova sede tra Mirto e Cariati. 

Per non parlare del «blocco del turn over che non ha consentito di far fronte al pensionamento registrato nel giro di due anni di 11 medici, 10 infermieri e 4 amministrativi, e non consentirà di farlo in occasione della prossima  quiescenza di altri 4 sanitari». 

 

L’interrogazione di Guccione

«Nonostante il Cosenza,abbia rivisitato la rete vaccinale regionale attraverso un nuovo calendario vaccinale regionale assolutamente innovativo al punto da essere ripreso da quello nazionale - scrive Guccione nell’interrogazione - si riscontra però che nessuno ha realizzato o fatto realizzare la rete vaccinale secondo le disposizioni. Da un’analisi attenta emerge che tutto è rimasto quo ante la deliberazione numero 1811/2011 del Commissario straordinario pro tempore dell’Asp di Cosenza. A tutto ciò bisogna aggiungere la questione dell’anagrafe vaccinale, attivata solo da poco tempo, ma caratterizzata da una carenza di supporti informatici in tutte le sedi e la situazione di rischio per il mantenimento della catena del freddo negli erogatori periferici». 

Insomma, tanto basta per chiedere di conoscere «quali iniziative saranno adottate per impedire che un servizio così importante possa essere ridimensionato o addirittura, in alcuni casi, non erogato per mancanza di medici, infermieri, strutture non idonee o per motivi organizzativi», ferma restando l’opportunità di «coinvolgere il commissario dell’Asp di Cosenza, il Dipartimento Tutela della salute e politiche sanitarie della Regione Calabria e la struttura commissariale per il Piano di rientro per affrontare tali tematiche e garantire soluzioni rapidi, efficienti ed efficaci».