Nonostante tre graduatorie valide da cui attingere per l'assunzione il policlinico di Catanzaro e l'ospedale di Cosenza hanno avviato procedure concorsuali. L'atto inviato anche in Procura e alla Corte dei conti
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Prosegue a suon di diffide la battaglia intrapresa dagli operatori sociosanitari risultati idonei e attualmente inseriti in graduatorie da cui le aziende sanitarie e ospedaliere regionali potrebbero facilmente attingere per assumere personale sanitario. Questa mattina settanta operatori sociosanitari, assistiti dall'avvocato Giuseppe Pitaro, hanno notificato una diffida al commissario ad acta, Saverio Cotticelli, e al dirigente generale del dipartimento Tutela della salute, Antonio Belcastro, con l'obiettivo di bloccare due procedure concorsuali indette dall'Azienda ospedaliera di Cosenza e dal policlinico universitario Mater Domini di Catanzaro per il reperimento di simili figure professionali.
«In tutte le aziende sanitarie e ospedaliere regionali vi è carenza ed estrema necessità di operatori sociosanitari - si legge nel documento notificato in mattinata alla Cittadella - e però risulta illegittimo e illegale che il commissario ad acta e il dipartimento regionale Tutela della Salute consentano a tutte le aziende di bandire concorsi per l’assunzione di nuovo personale, allorquando sussistono ben tre graduatorie valide ed efficaci da cui le aziende sono obbligate ex lege a dovere attingere per l’assunzione. Infatti, in capo a tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere calabresi, che dovrebbero essere vincolate dal commissario ad acta e dal dipartimento regionale a perseguire un’azione amministrativa legittima, razionale, economica e logica, sussiste il divieto di bandire procedure pubbliche, qualora siano presenti graduatorie valide ed efficaci dalle quali attingere e ciò in virtù del principio di diritto basilare e logico secondo il quale la pubblica amministrazione deve assumere il personale attingendo dalle graduatorie concorsuali già valide ed efficaci, invece che bandire nuove procedure pubbliche dispendiose e che formano solo graduatorie inutilizzabili di personale che mai verrà assunto».
Con la diffida si invita, inoltre, il ministro della Sanità, Roberto Speranza, a volere emanare «tutti i provvedimenti amministrativi necessari, sussidiari e sostitutivi per obbligare le aziende, il commissario ad acta e il dipartimento al rispetto della legge e all’annullamento dei nuovi bandi concorsuali». L'atto è stato notificato anche alla Procura della Repubblica, alla Procura regionale della Corte dei conti «al fine di chiedere di volere disporre immediatamente tutte le necessarie indagini al fine di verificare la sussistenza di eventuali profili di danno erariale e fattispecie penalmente perseguibili».