Alle aziende sanitarie affidato il compito di trovare edifici dismessi in cui far sorgere 91 strutture assistenziali, finanziate attraverso i fondi del Pnrr. Ecco il dettaglio per ogni provincia (ASCOLTA L'AUDIO)
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È ufficialmente partita la caccia a edifici pubblici dismessi, mai entrati in funzione o obsoleti da ristrutturare. La Regione ha, infatti, affidato alle aziende sanitarie provinciali calabresi un mandato prioritario: individuare stabili - vecchi o nuovi - da adibire a case della comunità, ospedali di comunità e centrali operative territoriali.
La rivoluzione territoriale grazie al Pnrr
La rivoluzione per la sanità calabrese si profila all'orizzonte sotto la forma degli ingenti finanziamenti in arrivo dall'Europa con il Piano nazionale di ripresa e resilienza e l'obiettivo principale resta la riorganizzazione dell'assistenza territoriale, una rete sfilacciata e nella maggior parte dei casi inefficiente. Una rivoluzione, appunto, in una regione incartata in una visione eminentemente ospedalocentrica e che ha la necessità di rivitalizzare i suoi terminali territoriali.
I presidi di assistenza
E l'innovazione passa appunto dalla creazione di presidi territoriali in grado di erogare prestazioni a bassa intensità di cure evitando l'intasamento degli ospedali, e dei suoi pronto soccorso, deputati all'emergenza. Per far ciò, la Regione sta iniziando a dotarsi di una pianificazione che contempla la realizzazione di 57 case della comunità, 15 ospedali di comunità e 19 centrali operative territoriali.
La casa della comunità
La casa della comunità è concepita come un presidio per erogare cure primarie direttamente sul territorio al cui interno dovrà operare un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialisti, infermieri di comunità. Un punto di riferimento continuativo dotato di un punto prelievo e strumentazione polispecialistica per la presa in carico dei pazienti. In tutta la Calabria ne è prevista l'attivazione di 57, così distribuiti per provincia: 21 afferenti all'azienda sanitarie provinciale di Cosenza, 16 a Reggio Calabria, 10 a Catanzaro, 5 a Crotone e 5 a Vibo Valentia. Il costo da sostenere per ciascuna è pari a un milione e mezzo.
Le centrali operative
Le centrali operative territoriali mirano, invece, a potenziare l'assistenza domiciliare attraverso la presa in carico della popolazione superiore ai 65 anni d'età e affetta da patologie croniche. L'obiettivo è raggiungere almeno il 10% dei cittadini rientranti nella categoria e le centrali svolgeranno la funzione di interfaccia tra il sistema di emergenza urgenza e l'ospedale coordinando i servizi domiciliari. In tutta la Calabria ne è prevista l'attivazione di 19 così distribuiti per provincia: 7 afferenti all'Asp di Cosenza, 6 all'Asp di Reggio Calabria, 4 all'Asp di Catanzaro, 1 a Crotone e 1 a Vibo Valentia. La spesa prevista per ciascuna centrale è di 170mila euro.
Ospedali di comunità
Gli ospedali di comunità, infine, sono concepiti come strutture destinate a ricoveri di breve durata per interventi a bassa o a media intensità di cura e dotati di un minimo di 20 posti letto fino ad un massimo di 40. Mira a ridurre gli accessi impropri agli ospedale favorendo un passaggio dalle cure ospedaliere a quelle domiciliari. In Calabria è prevista la realizzazione di 15 ospedali così distribuiti per provincia: 6 afferenti all'Asp di Cosenza, 4 all'Asp di Reggio Calabria, 3 all'Asp di Catanzaro, 1 all'Asp di Crotone e 1 all'Asp di Vibo Valentia. Il costo stimato per ciascun intervento è di 2 milioni e 600mila euro.
Edifici dismessi cercasi
Da qui la necessità di individuare nel minor tempo possibile edifici pubblici dismessi, ormai non più funzionali da ristrutturare o in alternativa prevedere la costruzione di nuovi edifici su terreni di proprietà pubblica. In questi giorni nelle aziende sanitarie si è infatti alla ricerca di siti da rifunzionalizzare per presentare alla Regione una mappatura precisa degli edifici da contemplare nella pianificazione degli interventi da finanziare.