VIDEO | La terapia somministrata al policlinico Mater Domini. Ormai guarito, l'ultrasessantenne soveratese racconta la sua esperienza: «Perché andare ad operarci al Nord se in Calabria le strutture funzionano?» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Ha 69 anni, è di Soverato ed è stato il primo paziente della provincia di Catanzaro positivo al Covid-19 ad essere stato curato con gli anticorpi monoclonali. Rino Gioffrè racconta la sua esperienza a distanza di diverse settimane ormai quando il virus, che ha colpito tutta la sua famiglia, è soltanto un brutto ricordo.
È stato Antonio Maiolo, il medico curante dell’ultrasessantenne, soggetto fragile, ad attivare immediatamente la richiesta della cura monoclonale che ha un’efficacia molto alta nelle fasi precoci dell’infezione. «Io non sapevo nemmeno di cosa si trattasse, avevo sentito che erano le cure alle quali si era sottoposto Trump. Quando ho chiamato il medico mi ha subito detto che avrebbe contattato l’Usca per richiedere la cura monoclonale avendo avuto l’ictus e soffrendo di ipertensione e glicemia alta con un po’ di diabete mellito».
La cura
La cura, che consiste in infusioni endovenose della durata di poche ore, tra le più efficaci per combattere il virus, è stata somministrata con successo nel reparto di malattie infettive del Policlinico universitario Mater Domini di Catanzaro, diretto dal professore Carlo Torti: «Sono stati ricevuto dal primario in persona che mi ha tranquillizzato, mi ha detto tutto quello che c’era da sapere. Poi, ogni sette giorni, mi telefonavano dall’ospedale per conoscere il mio stato di salute e per fortuna non ha avuto nessun sintomo e tutto è andato bene».
La sanità che funziona
Dunque una storia a lieto fine che, nonostante le diverse criticità, conferma l’efficienza del sistema sanitario calabrese: «Dalla mia esperienza posso dire che la tanto vituperata malasanità non è esistita perché in ospedale tutto è organizzato bene e il personale è stato gentilissimo – racconta Rino -. È vero, non abbiamo proprio le strutture di cui ci sarebbe bisogno anche perché abbiamo nosocomi chiusi che potrebbero essere aperti ma dobbiamo avere anche un po’ più di fiducia. Perché andare ad operarci al Nord se in Calabria le strutture funzionano?».