Dal mare alla montagna e percorso inverso. Le provette di sangue in Calabria seguono percorsi assai accidentati e decisamente lunghi per i tempi assai ristretti richiesti dall'assistenza sanitaria. Nella provincia di Catanzaro da qualche tempo seguono rotte nuove e inesplorate: dalla costa ionica le provette di sangue si inerpicano fino al Reventino per colmare carenze diventate ormai croniche. Da giugno infatti il via vai di navette è diventato costante, da quando uno dei due medici del laboratorio analisi dell'ospedale di Soveria Mannelli è andato in pensione. 

 

«Non sappiamo per quale motivo ancora questa figura medica non è stata reperita - spiega Antonello Maida, presidente del comitato pro ospedale del Reventino - Pertanto, per effetto anche delle ferie estive, il servizio del laboratorio analisi ha adottato un orario d'ufficio, per cui apre la mattina alle 8 e alle 14 termina il proprio lavoro». Un servizio di navette che fa la spola tra Soverato e Soveria Mannelli, insomma, per rimpiazzare un solo medico con evidenti ricadute economiche e assistenziali. «Quello che ci preoccupa in questo momento - prosegue Maida - sono le funzioni del pronto soccorso perchè necessita ai fini della diagnostica a volte dei referti ematici. Ragion per cui non essendo garantiti o essendo garantiti con un lasso di tempo abbastanza ampio, crea dei disservizi e dei potenziali rischi». 

 

Basti pensare che per avere l'esito di un prelievo effettuato nell'ospedale del Reventino bisogna attendere circa quattro ore: il tempo necessario alla navetta di raggiungere il presidio montano, di prelevare i campioni ematici, di portarli a Soverato, analizzarli e rispedirli nuovamente a Soveria Mannelli. «Se proprio deve esistere un servizio del genere che almeno la navetta possa stazionare qui a Soveria Mannelli, si diminuirebbero così i lunghi tempi di percorrenza».

Luana Costa