VIDEO | Sono sposati da oltre quarant’anni e oggi lottano insieme contro una grave forma di demenza causata all’uomo da un’alterazione dei tessuti cerebrali
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Quella di Melina e Filippo è una storia d’amore che va al di là del bene e del male. Melina è una professoressa di francese alla scuola media di San Costantino Calabro, ha 63 anni ed è una donna dallo sguardo luminoso e apparentemente sereno. Suo marito, Filippo, ha 64 anni e da tre anni ha scoperto di essere affetto da una forma di “demenza fronto-temporale con un’alterazione comportamentale”, una definizione che non è immediatamente comprensibile per chi non vive ogni giorno questa realtà.
L'incontro
Lei e Filippo si sono innamorati giovanissimi. Si sono conosciuti nel 1976 a Messina, dove lei studiava Lingue all’Università e lui, appassionato di nuove tecnologie, faceva il disc jockey e lo speaker nella prima radio libera della città fondata con un gruppo di amici, Radio Peloro. La loro era una storia d’amore semplice, simile a quella di tante altre coppie che si innamorano e decidono di mettere su famiglia. «Ci siamo incontrati una sera a una festa a casa di una coppia di sposini, appena tornati dal viaggio di nozze - ricorda Melina seduta sul balcone del loro appartamentino a Vibo Marina, mentre Filippo in salotto accende la radio -. Abbiamo ballato. E poi mi ha tenuto la mano, tutta la serata. È stata in quell'occasione che ci siamo innamorati».
Poco tempo dopo, Melina e Filippo decidono di sposarsi, ma il padre di lei non è d’accordo: «Ero così innamorata della sua allegria. Non potevamo aspettare e scappammo facendo la classica “fuitina”. Le nozze, che furono celebrate il 13 febbraio del 1977 senza abito bianco, furono vissute come una vergogna dalla mia famiglia». I due sposi andarono a vivere a Messina, in una casetta piccola, dove nacque Roberta, la loro primogenita.
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La crisi
«Eravamo molto innamorati ma da subito le cose presero una piega diversa da quello che mi aspettavo – continua a raccontare Melina, mentre guarda verso il mare -. È vero che nella diversità ci si completa, ma noi non facevamo le scelte insieme. Per esempio, io ero ponderata nelle spese e lui uno spendaccione. Filippo acquistava continuamente nuovi strumenti elettronici e cambiava, con una frequenza insostenibile, l’auto e la moto».
Spese compulsive che rappresentavano le prime manifestazioni della malattia che da lì a poco si sarebbe mostrata in tutta la sua gravità. Filippo perde il suo carattere allegro e diventa aggressivo e scontroso, quasi irriconoscibile, cominciando ad allontanarsi dalla moglie, ma anche da amici e parenti. Melina, esausta dagli atteggiamenti contraddittori e confusi del marito, decide di lasciarlo e va a vivere dalla figlia Roberta.
La scoperta della patologia
Inizia per Filippo un periodo difficile, durante il quale è abbandonato a sé stesso. La malattia, subdola e cattiva, iniziava a impossessarsi sempre di più del suo corpo e della sua mente. Melina al contrario pensa che lasciandolo da solo possa rinsavire. Ma le cose si complicano, Filippo chiede più volte, invano, alla moglie di tornare da lui. Col tempo Melina realizza che gli atteggiamenti di Filippo non sono capricci, ma sono frutto di un disturbo cerebrale, una grave forma di bipolarismo. Nel 2015 Filippo accetta la malattia e decide di farsi visitare. Melina si rivolge al Centro di Neurogenetica di Lamezia, dove la direttrice del centro, Amalia Bruni, fa la sua diagnosi: demenza frontotemporale. Il cervello di Filippo, dal lato anteriore destro, è come se fosse «un tappeto rosicchiato dai topi», dice la dottoressa. Finalmente Melina realizza che il dolore provocato da Filippo a sé e alle persone care, non dipendeva dalla sua volontà e torna a casa.
L'amore che vince sulla malattia
Con il tempo, la malattia di Filippo peggiora. «Sembrava di avere a che fare con un bambino, con un figlio, più che un marito», spiega Melina. Mentre lei parla, Filippo ascolta le sue parole, seduto sul divano del loro salotto, le lacrime scorrono sul suo viso. È visibilmente commosso. A dare la forza a Melina per andare avanti e aiutare l’amore della sua vita sono i gruppi di aiuto a cui i familiari di persone ammalate di demenza frontotemporale possono rivolgersi. In particolare l’associazione Novilunio, che è attiva online, e l’Alzheimer caffè di Lamezia Terme. Uscire dall’isolamento sociale, che la malattia comporta, e potersi confrontare con altre famiglie che vivono lo stesso disagio danno a Filippo e Melina la forza per reagire e andare avanti.
Ancora oggi Melina mantiene fede alla promessa d’amore fatta a Filippo il giorno delle loro nozze e continua “ad amarlo nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia”. «Quando eravamo giovani era lui a tenermi per mano, aiutandomi nei momenti difficili. Oggi sono io a dargli forza e a stringere la sua».
Paula Scalamogna