«Se anche questo tentativo non troverà le dovute risposte, anche a seguito della interlocuzione avuta, per le vie brevi, con il Presidente della Regione Jole Santelli, che mi ha assicurato un suo diretto impegno, preannuncio che il sottoscritto, oltre ad investire i media nazionali, rassegnerà le proprie dimissioni, con la consegna della fascia tricolore, nelle mani del signor Prefetto in segno di protesta e sfiducia verso uno Stato che dovrebbe tutelare i diritti alla salute dei cittadini e che invece continuano a subire quotidiane mortificazioni finanche dalle Istituzioni... anche in Calabria». E' quanto annunciato dal sindaco di Cetraro, Angelo Aita, in riferimento alla vicenda del punto nascita dell'ospedale cittadino, chiuso ad agosto 2019 e mai riaperto nonostante le promesse e i lavori che, almeno sulla carta, hanno risolto tutte le criticità riscontrate nel reparto. La missiva è indirizzata al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al ministro della Salute Roberto Speranza e alla presidente della Regione Calabria Jole Santelli. Il reparto, lo ricordiamo, fu prima sospeso e poi chiuso a seguito dell'ispezione ministeriale inviata per fare luce sulla tragica morte di Santina Adamo, la donna di Rota Greco che fu stroncata da un'emorragia due ore dopo il parto.

La lettera

«Vi scrivo per manifestare il disappunto mio, della città di Cetraro e del territorio del Tirreno Cosentino per l’assoluta negligenza, superficialità e disinteresse dei destinatari della richiesta allegata alla presente, verso la risoluzione della vicenda che riguarda il Punto Nascita di Cetraro». Comincia così l'accorata lettera sottoscritta da Aita, con la quale denuncia, per l'ennesima volta, «l’immobilismo delle autorità preposte a sbloccare l’ultimo intervento necessario per l’apertura del punto Nascita di Cetraro», ossia l'inizio di ulteriori lavori per un importo pari a 270mila euro, cifra già autorizzata dal commissario dell'Asp di Cosenza Giuseppe Zuccatelli. Aita poi continua: «Continua il silenzio e il balletto delle responsabilità, in disprezzo degli utenti che da ormai 10 mesi aspettano la riapertura di un presidio fondamentale per il territorio. Con la presente si chiede un vostro autorevole intervento».

L'ultima spiaggia

«E’ rimasto l’ultimo tentativo - conclude Aita -, dopo manifestazioni, incontri, proteste, occupazioni, sit-in, viaggi della speranza e per ultimo la richiesta, che non ha suscitato nessun turbamento, di essere autorizzato a svolgere i lavori direttamente come Comune con fondi propri, derivanti da raccolte pubbliche». La misura è colma, spiega il primo cittadino, e il prossimo passo non potrà che essere un gesto eclatante, nella speranza che, almeno quello, riesca a smuovere le coscienze.