Dopo ore di attesa il primo cittadino ha ottenuto la promessa di un incontro con il commissario ad acta e il direttore generale del dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria
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«Sono alla Regione Calabria, dipartimento Salute. Da qui non mi muovo se Belcastro e Cotticelli non mi daranno risposte certe sulla revoca immediata della sospensione del punto nascite di Cetraro e la nomina del primario». Con queste parole il sindaco di Cetraro, Angelo Aita, questa mattina ha annunciato ai cittadini l'inizio della protesta in nome del diritto alla salute, che nella zona del Tirreno cosentino è ancora bistrattato. La pacifica reazione del primo cittadino arriva tre giorni dopo il rinvio del commissario ad acta alla sanità, Saverio Cotticelli, sulle sorti del punto nascita dell'ospedale di Cetraro, sospeso ormai da più di un mese per le gravi criticità riscontrate nelle ispezioni seguite alla morte di Santina Adamo. La donna, lo ricordiamo, è morta lo scorso 17 luglio, due ore dopo aver partorito, a causa di una emorragia massiva. I controlli avviati dopo la tragedia hanno messo in luce una serie di controversie che hanno costretto la direzione sanitaria a sospendere immediatamente ogni attività di ostetricia per consentire la risoluzione dei problemi, ma dopo svariate settimane e una miriade di promesse non si è mosso nulla. La nomina del primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia, azione propedeutica al riavvio delle attività, tarda ad arrivare nonostante una concorso pubblico già espletato e una lista di vincitori dalla quale attingere.
L'incontro con Cotticelli e Belcastro
Il sindaco Aita ha da poco aggiornato la sua pagina. «Alle ore 12.10 il presidente Mario Oliverio - incontrato nelle stanze della Regione - ha voluto esprimere tutta la sua solidarietà e mi ha comunicato che alle 15.00 ci sarà un incontro presso la presidenza con Saverio Cotticelli e Antonio Belcastro, che avverrà alla mia presenza. Chiaramente io continuo a rimanere qui». Salvo imprevisti, dunque, il primo cittadino dovrebbe incontrare il commissario ad acta alla sanità e il direttore generale del dipartimento Tutela della Salute, nella (flebile) speranza di smuovere le acque.