A settembre uno dei sei medici in servizio è andato via e poco dopo un collega viene chiamato a sostituirlo. Ma all'Asp non istituiscono la pratica e il piano di organizzazione dei turni salta
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Il pronto soccorso dell'ospedale di Praia a Mare, giuridicamente riconosciuto come punto di primo intervento, rischia la chiusura nelle ore notturne, come già accaduto molte volte in passato. Anche stavolta il problema è l'emorragia del personale sanitario e anche stavolta il'unica soluzione, per i responsabili, è quella di dimezzare il servizio per poterlo quotidianamente dalle 8 alle 20.
La vicenda
Al pronto soccorso di Praia a Mare dovrebbero esserci 11 medici, come vuole la legge, ma per via della grave carenza di personale che investe da un decennio tutta la Calabria, sinora vi hanno lavorato in 6, tra doppi turni e orari estenuanti, che costringono i diretti interessati a mettere da parte i loro affetti e la loro vita privata. Non sono d'inverno, quando la costa altitirrenica è abitata da poche migliaia di persone, ma anche d'state, quando la popolazione quadruplica. Ma a settembre uno dei medici se ne va per prestare servizio in un'altra struttura.
Nelle graduatorie pubbliche si individua il nuovo medico che dovrà sostituire il collega e, una ventina di giorni fa, si registra la firma il contratto. Ma a via Alimena, sede dell'Asp di Cosenza, come spesso accade sono lenti. Non hanno fretta. E così, anche a contratto firmato, il nuovo medico non può prendere servizio al pronto soccorso perché chi deve istruire la pratica da sottoporre alla firma del direttore Asp, Cinzia Bettelini, rimanda.
Le sollecitazioni cadute nel vuoto
Il responsabile del reparto praiese, Attilio Parise, prova a sollecitare. Questo è quello che trapela da alcuni documenti. Paris, puntualmente, viene rassicurato, ma i giorni passano e la situazione diventa sempre più drammatica. Il medico lo fa presente presetne più di una volta, ma nessuno gli dà ascolto. Tra i cinque dottori in servizio al pronto soccorso, uno sta per andare in pensione e non ha ancora usufruito delle ferie del 2019 e c'è addirittura chi l'ultima volta è stato in ferie nel 2017. Garantire contemporaneamente i turni h24 e una vita dignitosa al personale medico, appare impossibile. Così, tra le stanze del nosocomio praiese da tempo una voce corre veloce: se il nuovo medico non arriverà, il pronto soccorso chiuderà tra meno di quindici giorni.
Il declino dell'ospedale di Praia
L'ospedale di Praia a Mare è tra le strutture sanitarie calabresi più martoriate degli ultimi anni e non è nuovo a questo tipo di drammi. Nato agli inizi degli anni '70, nel 2012 è stato prima smantellato e riconveritito in casa della salute, ma solo sulle carte, poi è finito al centro di una scandalosa diatriba giuridico-amministrativa che l'avrebbe riportata al suo status di ospedale civile se non fosse che niente, e nessuno, soprattutto, sia riuscito ad semplicemente ad applicare la legge, ovvero, due sentenze esecutive ed inoppugnabili che annullavano gli atti della riconversione. Poi è arrivato lo sfascio, con il trasferimento dei medici e dei macchinari, le risse tra operatori sanitari in preda a una crisi di nervi, e a settembre 2018 è finito al cento di uno scandalo nazionale per l'ormai nota vicenda del video delle seppie pulite e mangiate nei bagni dell'area riservata agli operatori del 118.