Zuccatelli tira dritto e adotta la delibera che l'ateneo aveva giudicato irricevibile. Chiamato in causa Cotticelli. Che ora sarà l'arbitro di una disputa che si annuncia complessa
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Ha il sapore di una dichiarazione di guerra la delibera vergata questa mattina dai vertici del Policlinico universitario di Catanzaro. Probabilmente una risposta implicita allo strappo istituzionale consumato sull'approvazione dell'atto di riorganizzazione aziendale, perorato dal management ma respinto violentemente dal rettore dell'università, Giovambattista De Sarro; chiamato dal commissario straordinario dell'azienda universitaria, Giuseppe Zuccatelli, a concedere il suo assenso ad un processo di riassetto di sistema ormai non più procrastinabile.
Il braccio di ferro
Ed è proprio su questo terreno che si stanno consumando i rapporti di forza e gli equilibri interni ai vertici del Policlinico. Ma il niet opposto dal rettore non sembra aver scalfito la determinazione del management del Policlinico che questa mattina ha ugualmente adottato l'atto di riorganizzazione aziendale, sfidando a volto scoperto le resistenze del rettore che si era rifiutato di firmare un provvedimento di riassetto bollato come "irricevibile" ma soprattutto inteso come una "interferenza" nella gestione del policlinico.
Le ragioni della riorganizzazione
Insomma, il commissario straordinario, Giuseppe Zuccatelli, tira dritto e nella delibera di adozione dell'atto ne spiega per filo e per segno le ragioni: «L'azienda ospedaliera universitaria Mater Domini dall'atto della sua costituzione non si è mai dotata nè di un atto organizzativo né di un atto aziendale e questo ha determinato gravi inefficienze gestionali ed organizzative tra cui il risultato d'esercizio evidenziato nel 2019 che si giustifica in parte con le problematiche emerse relative alla Fondazione Campanella ed in parte con la mancata collaborazione istituzionale».
Cotticelli arbitro
Un affondo che chiarifica la distanza siderale tra i due enti, chiamati a coabitare di malavoglia ai vertici dell'azienda universitaria. Il commissario adotta l'atto e lo spedisce alla struttura commissariale regionale specificando che l'esecutività del provvedimento è subordinata all'approvazione da parte del tandem composto da Saverio Cotticelli e da Mario Crocco.
Così si smarca il manager romagnolo che calcia la palla nel campo opposto, quello dell'università, e chiama la struttura commissariale ad arbitrare la disputa.
Interferenze o omissioni
Alle ragioni del rettore, risponde punto su punto: «La mancanza di un atto riorganizzativo non ha permesso fino ad ora una corretta assegnazione dei budget, rendendo a dir poco approsimativa la gestione delle risorse».
E alle censure di natura amministrativa il management risponde rimandando ad una successiva adozione di un atto aziendale che disciplinerà tutti gli aspetti controversi. Insomma, la riorganizzazione si deve fare e ognuno si assumerà le responsabilità in ordine a presunte "interferenze" o "omissioni".