Il 14 marzo sarà la Giornata mondiale del rene, istituita per rafforzare la consapevolezza sul crescente aumento delle malattie renali ma anche per mettere in campo delle strategie efficaci per prevenire i danni renali. In quella giornata molti centri dialisi, anche calabresi, apriranno le porte ai cittadini per uno screening gratuito e diagnosticare precocemente queste malattie. «Per un mondo senza dialisi dobbiamo puntare in maniera decisiva sulla prevenzione. Si faranno quindi visite nefrologiche, esami della creatinina, il controllo della pressione arteriosa, l’esame urine». Ad annunciare l’iniziativa è stato il segretario regionale dell’Aned, associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianto onlus Calabria, Antonio Montuoro, ospite dell'ultima puntata di LaC Salute.

Quando la sofferenza diventa impegno per gli altri

Partendo dall’impegno dell’associazione per la tutela dei diritti del malato dializzato, lo specialista, ospite di Rossella Galati, ha spiegato cosa significa vivere in dialisi partendo dalla sua personale esperienza:  «Io ho preso questo impegno come segretario Aned, ma più in generale nel mondo dell’insufficienza renale, della dialisi e del trapianto, da ormai 33 anni. Avrei voluto essere io il protagonista di questa storia ma non lo sono. La mia storia riguarda mia figlia, nata appunto 33 anni fa e da subito con problemi di insufficienza renale cronica. Purtroppo non c’è stato nulla da fare nonostante i tentativi straordinari fatti all’ospedale Gaslini di Genova.  Da lì la mia vita e quella della mia famiglia è stata sempre legata a questa tematica, a questo mondo. Io e mia moglie non riusciamo ad immaginare un’altra vita se non questa. Nostra figlia però ci ha dato uno straordinario esempio: nonostante tutte le difficoltà, le paure, le ansie che hanno attraversato questi lunghi anni, ci ha dato grandi soddisfazioni e tante gioie. Adesso è trapiantata, vive e lavora a Roma, è psicologa e psicoterapeuta. Un’esperienza che ha dato la spinta al segretario Aned di lottare accanto ai pazienti nefropatici, una battaglia che negli anni ha anche portato a diversi risultati.

Dialisi turistica

Tra tutti la possibilità per i pazienti di altre regioni, di usufruire nella stagione estiva del programma “dialisi in vacanza”. Su impulso e sollecitazione del Comitato Regionale Aned Calabria infatti in diverse zone della nostra regione si implementa in estate la disponibilità di posti dialisi consentendo a tanti pazienti di poter godere pienamente del diritto alla mobilità e poter andare in vacanza. «Ci auguriamo che i progetti di Dialisi Turistica siano continuativi e in vigore tutto l’anno - sottolinea Montuorosenza essere sottoposti ad un ciclo continuo di interruzione e riattivazione».

La battaglia per i dializzati reggini

E ancora, la battaglia per permettere ai dializzati reggini di curarsi a nella città dello stretto senza dover raggiungere la Sicilia. «Attualmente sono stati attivati tre nuovi posti rene all’ospedale reggino – spiega Montuoro – e considerato che i turni sono due, uno di mattina e uno di pomeriggio, questo vuol dire che dodici pazienti possono dializzare nella città di Reggio Calabria. Altri tre posti rene sono stati attivati nel centro dialisi territoriale di Melito Porto Salvo. E’ un primo risultato importante. La soluzione definitiva sarebbe però un nuovo centro dialisi, già previsto nell'ambito di un tavolo tecnico in Prefettura. L’auspicio è che non rimanga solo un progetto sulla carta».

Un bozza di legge per garantire il trasporto 

Ma l’impegno dell’Aned va oltre. «Molti pazienti non possono raggiungere i centri dialisi con mezzi propri per le loro condizioni di salute e non solo. In questo caso le aziende sanitarie si dovrebbero sostituire ai mezzi privati attraverso un sistema di trasporto pubblico. D’altra parte questo è sancito dai livelli essenziali di assistenza, all’art. 55. In Calabria questa legge di riordino nel trasporto dei dializzati non c’è. Ecco allora che noi, un anno e mezzo fa, abbiamo presentato una bozza di proposta di legge sul trasporto dei dializzati che vuole essere una utile base di discussione. Ma ancora non abbiamo avuto nessun risconto».

La testimonianza di Maria a LaC Salute

Tante le iniziative dell’Aned dunque e tante anche le storie all’interno dell’associazione come quella di Maria Larosa, mamma 40enne di Laureana di Borrello, che nel corso della puntata di LaC Salute ha raccontato il suo rapporto con la malattia renale. Una malattia che la accompagna da quando aveva 13 anni. Dopo un lungo periodo di emodialisi, il tanto atteso trapianto di rene, poi il matrimonio, la nascita di un bellissimo bambino e di nuovo la dialisi. Da 5 anni Maria, diventata delegata Aned, è in cura presso il centro di Palmi ed è in lista d’attesa per un nuovo trapianto. «Ci sono tante persone che soffrono di insufficienza renale e a volte non si capisce che cosa vuol dire per noi il trapianto – dice Maria -  molti non sanno quanto è importante e quante persone possono ritornare a vivere, perché il trapianto è una parola che vale una vita».