Sanità Calabria

Disturbi alimentari, il Pd lancia l’allarme: «A Cosenza centro a rischio chiusura, il governo intervenga»

I dem chiedono «un intervento immediato e risolutivo a tutela dei lavoratori, ma soprattutto dei pazienti e delle loro famiglie»

di Redazione Attualità
27 giugno 2024
20:45

«I disturbi del comportamento alimentare oggi colpiscono nel mondo oltre 55 milioni di persone, mentre in Italia si arriva a 3 milioni, pari a circa il 5% della popolazione: l'8-10% delle ragazze e lo 0,5-1% dei ragazzi soffrono di anoressia o bulimia. Sono dati Osservatorio Aba e Istat e fotografano una situazione allarmante che assieme alle associazioni dei pazienti e ai loro familiari denunciamo ormai da tempo». Così in una nota i deputati del Partito democratico Marco Furfaro, Ilenia Malavasi, Chiara Braga, Rachele Scarpa, Irene Manzi, Marianna Madia, Stefania Marino, Antonella Forattini, Valentina Ghio, Sara Ferrari, Silvia Roggiani, Debora Serracchiani, Lia Quartapelle, Chiara Gribaudo, Michela Di Biase, Giovanna Iacono.

«Per questo - proseguono - c'è un bisogno enorme di centri specializzati per la cura e l'assistenza territoriale che abbiano un approccio multidisciplinare medico e psichiatrico-riabilitativo e sappiano seguire i pazienti con professionalità e competenze specialistiche. Purtroppo in un territorio come quello calabrese, la mancanza di strutture ha fatto sì che nel primo semestre del 2024 l'Asp di Cosenza abbia già speso oltre 270 mila euro in favore dei centri fuori regione per la cura dei Disturbi alimentari. Come se non bastasse questa situazione paradossale e nonostante sia stato emanato l'accreditamento in favore della società Biolife, l'Asp di Cosenza ha deciso di non rinnovare il contratto per le prestazioni relative ai Dca, costringendo la società Biolife a sospendere le prestazioni accreditate in favore dei pazienti affetti da queste patologie».


«Una cosa gravissima - concludono i parlamentari dem - alla quale bisogna porre rimedio il prima possibile e per questo abbiamo presentato un'interrogazione urgente al ministro della salute per chiedere un intervento immediato e risolutivo a tutela dei lavoratori, ma soprattutto dei pazienti e delle loro famiglie».

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