Hanno minacciato di non sottoporsi alla dialisi, che per loro è un trattamento medico salvavita, e hanno desistito dalla loro protesta estrema solo dopo l'intervento del personale del commissariato di polizia che ha mediato riportando la risposta dei vertici dell'Asp di Reggio Calabria. Mattinata convulsa per i malati di Palmi, che si sono radunati all'ingresso della struttura che era pronta per le cure che ogni settimana - per almeno tre sedute - spettano ai manifestanti.

Una protesta, l'ennesima, per il ritardo nel pagamento dei rimborsi delle spese che i malati sostengono per raggiungere il Centro palmese partendo dalla propria abitazione. «Siamo costretti a fare la colletta tra noi», ha spiegato Maria Larosa, che è anche vicesegretaria regionale dell'Aned. Freddo, sofferenza e dignità, nei volti dei dializzati - una ventina, alcuni accompagnati dai familiari - che hanno atteso risposte e solo a quel punto hanno deciso di sciogliere il presidio e di entrare nell'ex ospedale per attacrsi al macchinario che per loro è fondamentale. «Ci hanno detto che entro un paio di giorni la pratica dei rimborsi si dovrebbe sbloccare», ha chiarito Larosa.

Non è la prima volta che i dializzati protestano, ma mai erano arrivati ad una forma così plateale contro l'Asp reggina che, invece di assicurare il trasporto con mezzi propri - oppure convenzionarsi con qualche associzione di volontariato - promette una copertura economica delle spese che non arriva. «È da più di un anno che denunciamo - ha attaccato Damiano Tripodi, referente cittadino di Aned - e ci troviamo davanti a dirigenti che o non leggono le nostre denunce oppure le leggono e non sanno agire. Una situazione gravissima e speriamo che almeno il commissario Longo ascolti il nostro grido di dolore che vogliamo far sentire per tutti». C'è una forte solidarietà tra i dializzati, lo stesso Tripodi chiarisce di volersi unire alla protesta anche se non è tra quanti aspettano il rimborso, a differenza di un pensionato che arriva da Rosalì, ovvero dall'area urbana di Reggio Calabria.

«Sono pensionato - denuncia - e riesco a fare 3 volte a settimana 42 km all'andata e 42 al ritorno solo grazie alla comprensione del benzianio che mi fa credito».