VIDEO | La responsabile Rita Marino: «Si dà l'opportunità ai pazienti, soprattutto a quelli fragili, di seguire le terapie vicino al proprio domicilio. Vorremmo cercare di ridurre al minimo i viaggi della speranza»
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Presto l'ospedale di Soverato si doterà di un servizio di oncologia ambulatoriale e in day hospital e di letti per la realizzazione di una terapia sub-intensiva per un totale di quattro posti letto che saranno inseriti nella rete regionale dell’emergenza-urgenza e della rete oncologica regionale. Passi avanti dunque verso il potenziamento di una struttura strategica per un vasto territorio. «Le buone notizie sono arrivate, ce l'aspettavamo – commenta soddisfatta la responsabile dell'oncologia Rita Marino – e questo grazie all'impegno sinergico delle diverse forze politiche: dal sindaco di Soverato Daniele Vacca al consigliere regionale Antonio Montuoro, al presidente della regione Roberto Occhiuto. E grazie soprattutto all'operatività dei nostri vertici aziendali nelle persone del commissario Antonio Battistini e del direttore sanitario aziendale Antonio Gallucci che stanno deliberando per l'inizio dei lavori di adeguamento dei locali posti al primo piano per la nostra unità operativa e questo permetterà un potenziamento delle cure oncologiche».
I bisogni dei pazienti al centro
Il rafforzamento del presidio sanitario consentirà quindi, in particolare ai pazienti oncologici, di ricevere le cure necessarie non lontano da casa come sottolinea la responsabile del servizio di oncologia del presidio del Basso Ionio, che con grande dedizione porta avanti quotidianamente il suo lavoro, offrendo, insieme al suo staff, non solo la giusta assistenza sanitaria ai suoi pazienti ma anche quel fondamentale sostegno morale, necessario in un percorso di cure così delicato come quello oncologico: «questo è fondamentale perché si dà l'opportunità ai pazienti, soprattutto a quelli fragili, di seguire le terapie vicino al proprio domicilio - conclude - perché noi abbracciamo non solo il vasto bacino dell'hinterland Soveratese ma anche le Serre e la fascia ionica del Reggino. Vorremmo cercare di ridurre al minimo, fino a debellare, i viaggi della speranza».