C’è una forte carenze di personale al reparto di ostetricia e ginecologia, ma anche in quello di neonatologia, del grande ospedale metropolitano. A denunciarlo è il sindacato “Nursind “di Reggio Calabria che da tempo chiede l’assunzione di infermieri, medici e operatori socio sanitari all’azienda ospedaliera. In particolare la sigla ha inviato una lettera ai vari enti sanitari presenti sul territorio in cui, oltre a sottolineare le criticità relative all’inadeguatezza dell’attuale dotazione organica delle due unità operative, chiede con forza «l’urgente adeguamento stessa» soprattutto dell’assunzione di personale infermieristico, con particolare riferimento alla figura dell’infermiere non solo generalista, ma dell’infermiere pediatrico, figura che per peculiarità e formazione è maggiormente spendibile nel dipartimento materno infantile; nonché «l’istituzione di una equipe di sala parto H24», composta da infermieri professionisti», la cui attività sarebbe votata a gestire a 360 gradi le dinamiche assistenziali del neonato in sala parto.

Le criticità evidenziate dal sindacato

In tutti i reparti infatti, il personale, per sopperire alle lacune, è costretto ad effettuare molti più turni arrivando persino a rinunciare al giorno libero e ciò comporta un elevato stress sia fisico che psicologico e nel contempo aumenta il rischio per la sicurezza dei pazienti. Tutto ciò poi, andrebbe anche in contrasto con le norme regionali  e le linee guide riferite ai livelli minimi di assistenza.  Attualmente, in conformità proprio alle linee guida, i due ambiti assistenziali, dovrebbero contare su non meno di otto-nove infermieri per ogni turno. Attualmente, invece, il personale infermieristico turnante in neonatologia vede di fatto la presenza di quattro-cinque infermieri per turno.

L’inadeguatezza organica

«Un’ inadeguatezza organica  - chiosa il NurSind - che appalesa l’assoluta ed evidente insufficienza del personale turnante assegnato al reparto, che pone in essere una condizione di elevatissimo rischio clinico, inficia la sicurezza delle cure ed espone gli operatori ad un super lavoro quotidiano, con tutti gli stress conseguenti. Ma le criticità non finiscono qui, la situazione degenera se si considera che gli infermieri di neonatologia vengono chiamati per assistere i bambini che nascono da parti con situazioni a “rischio” (alle sale parto ubicate al quinto piano) e per i tanti cesarei (al  complesso operatorio ubicato al piano terra)». Le situazioni a cui fanno riferimento di dirigenti del “NurSind” sono quelle in cui per assistere il nascituro si rende necessaria la presenza dell’infermiere di neonatologia, riguardano i parti a rischio, i parti “in contemporanea” tra le due sale ed i cesarei, eventi assistenziali che sommate insieme, rappresentano una quota significativa dei quasi 3000 parti che l’azienda ospedaliera registra annualmente. Ed è per questo che la sigla sindacale chiede, al più presto, l’aumento delle unità «per poter garantire un’adeguata assistenza e per operare nel rispetto della dignità professionale che spetta ad ogni lavoratore,  senza le quali è utopico pensare a percorsi assistenziali votati alla qualità ed alla sicurezza delle cure»