Per evidenziare nuovamente le criticità dell’ospedale di Oppido Mamertina, un documento di 9 cartelle è stato predisposto dal “Comitato 19 febbraio” e inviato al presidente Roberto Occhiuto e alla commissaria dell’Asp Lucia di Furia. L’atto, illustrato dopo un corteo a cui hanno partecipato fra gli altri il sindaco Bruno Barillaro, con il collega di Varapodio Orlando Fazzolari, il consigliere regionale Giuseppe Giannetta e i delegati metropolitani Michele Conia e Giuseppe Ranuccio, vuole essere una «proposta per riqualificare» il nosocomio ad una settimana dal sopralluogo che i vertici aziendali avevano fatto, al culmine di una protesta che evidentemente continua.

Si chiede fra l’altro la riattivazione della Radiologia, l’apertura dentro l’ospedale di servizi diagnostici e ambulatoriali, il mantenimento della Lungodegenza a valenza internistica e incremento dei posti letto a valenza riabilitativa, riattivazione del Punto di primo intervento e il riconoscimento del presidio come “ospedale di zona disagiata”.

«Abbiamo preso atto delle cose che è venuta a dirci la commissaria di Lucia Di Furia – ha dichiarato Margherita Mazzeo – ma sono troppe le promesse che abbiamo ascoltato in passato, ed è per questo che abbiamo deciso di continuare la mobilitazione».

Nei giorni scorsi erano stato trasferiti dall’ospedale di Polistena dei medici cubani che hanno assicurato il mantenimento dell’unico reparto attivo, Lungodegenza.

«Vediamo però – ha commentato Mariano Mazzullo – che le altre cose che erano state oggetto dell’impegno dell’Asp tardano ad arrivare». Nel documento il Comitato ha descritto le difficoltà che la popolazione di questa fascia montana e pedemontana affronta, con il computo dei tempi di percorrenza fino all’ospedale di Polistena, e sono state citate le disposizioni che garantirebbero la classificazione di Oppido Mamertina quale zona disagiata, quindi meritevole di ospitare un ospedale.