La Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità della norma che stabilisce l'incompatibilità tra la carica di presidente della Regione e quella di commissario ad acta per la sanità. Apre nuovi spiragli anche in Calabria la sentenza emessa a seguito del ricorso presentato lo scorso febbraio dalla Regione Molise e integrato ad ottobre con una ulteriore memoria. Al centro delle discussioni, la parte in cui la norma disponeva la incompatibilità del conferimento e del mantenimento dell'incarico di commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario delle Regioni con l'espletamento di incarichi istituzionali presso la Regione soggetta a commissariamento. E non solo poiché stabiliva l'applicabilità della incompatibilità anche per gli incarichi commissariali in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione con la conseguente decadenza dall'incarico commissariale dei presidenti di Regione a far data dalla nomina dei nuovi commissari ad acta.

Il commissariamento in Calabria

Il caso del commissariamento della sanità è stato uno dei temi più cari al governatore Mario Oliverio che in più occasioni ne aveva chiesto il superamento. Dalla Consulta, tuttavia, erano giunte due bocciature. Con la prima, nel luglio scorso, la Corte Costituzionale aveva bocciato il ricorso della Regione Calabria contro la delibera del Consiglio dei ministri inerente la nomina del nuovo commissario ad acta ed il sub-commissario per il Piano di rientro del debito della Sanità. L’infondatezza venne sancita con sentenza nella quale si evidenziava che: «Spettava allo Stato e, per esso, al Consiglio dei ministri nominare il commissario ad acta e il subcommissario per l’attuazione del vigente piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario della Regione Calabria». Il ricorso era stato presentato dalla Regione, in termini di competenza giurisdizionale, dopo la nomina nei mesi scorsi del nuovo commissario per il Piano di rientro dal deficit sanitario calabrese, il generale Saverio Cotticelli, in sostituzione dell'ingegnere Massimo Scura. La Regione aveva chiesto la revoca del commissariamento, che si protrae ormai da nove anni, ed il ripristino della gestione ordinaria del settore.

 

Nelle scorse settimane, invece, in merito ad un ricorso sul Decreto Calabria, sempre presentato dalla Regione, la Consulta aveva stabilito che il provvedimento «non costituisce un intervento discriminatorio, ma ha la finalità di realizzare un necessario riallineamento della gestione della sanità locale rispetto agli standard finanziari e funzionali operanti per la generalità degli enti regionali».