«Il decreto – spiega la parlamentare – è frutto di un metodo non condivisibile.  Le singole Asp sono state calpestate, pur avendo un avendo ruolo determinante, nello specifico, circa l’assegnazione dei fondi per le strutture private. Il fatto è molto grave. Rivela una copertura politica del governo e una sorta di affinità elettiva dello stesso dipartimento regionale per la tutela della salute».

Nesci conclude: «Oltre al caso in argomento, c'è un problema politico enorme. Scura e il suo vice Urbani stanno mostrando una sistematica mancanza di concertazione, passando sopra all'amministrazione della sanità calabrese. Il piano di rientro, ha ribadito il Movimento 5 stelle, è una iattura, perché la riorganizzazione dei servizi sta avvenendo a danno dei pazienti e degli operatori, secondo il solito paradigma del potere centrale, per cui la Calabria deve essere sempre ultima e serva».