VIDEO | Il 19enne di Catanzaro, affetto da epatite acuta, sta affrontanto il suo percorso di cura con grande maturità. E lancia un messaggio a chi soffre: «Cercate di mettere da parte la malattia e pensate agli hobby, alla famiglia, agli amici. Diventa tutto meno pesante»
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Canta Pierpaolo Vallone, lo ha sempre fatto anche in corsia quando la malattia è entrata nella sua vita a soli 17 anni. «All’inizio del 2018, era fine gennaio, mi sono reso conto di avere gli occhi gialli. Cercavo di nasconderli perché ho sempre avuto paura di aghi, delle medicine e cose del genere. Fortunatamente oltre a mal di pancia o mal di testa non avevo mai sofferto di nulla. Ma ad un certo punto decido di parlarne con papà e mamma così mandiamo una foto al nostro dottore di fiducia e dopo qualche giorno facciamo il prelievo. La diagnosi è stata epatite acuta».
Le cure per l'epatite
Una diagnosi che stravolgerà la vita di Pierpaolo e al problema al fegato poco dopo si aggiungerà anche l’ipoplasia midollare, ovvero l’incapacità del midollo osseo a produrre un numero sufficiente di cellule del sangue. Da lì un percorso di cura tra l’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro e il Bambino Gesù di Roma. Momenti difficili che Pierpaolo affronta grazie all’amore della sua famiglia ma anche alla grande fede che lo ha sempre accompagnato.
La forza della fede
«All’inizio l’ho presa male e ho avuto un momento di defaillance. Mi chiedevo “perché proprio a me? ”. Ma poi è entrato in gioco un fattore molto importante che è la fede, e con la preghiera la domanda è diventata “perché non a me?”. Il Pierpaolo di prima non aveva pazienza e forza di volontà e da solo non avrei mai sopportato tutto questo – confessa -. Ma lì non ero solo, sono sempre stato sorretto da qualcuno, da Lui. Quando ero ricoverato nel reparto di oncoematologia ho incontrato ragazzi con patologie più gravi della mia, come la leucemia, e il mio problema accanto a loro passava in secondo piano».
Emozioni in musica
Oltre alla preghiera, un’altra arma che Pierpaolo ha sfoderato per vincere la sua battaglia è stata la musica. E così, per la gioia di medici e compagni di stanza, la voce del 17enne e le note della sua chitarra scandivano le giornate rendendole meno dolorose. La sua era una musica speciale, carica di energia e di vita. «Quando ero ricoverato all’ospedale di Catanzaro pensavo che le cose non sarebbero andate per le lunghe ma dopo una settimana mi sono fatto portare la chitarra attirando l’attenzione di tutto il personale medico e dei degenti. Anche il primario di pediatria Giuseppe Raiola ha particolarmente apprezzato le mie doti tanto da chiedermi, con grande sorpresa, di esibirmi durante l’evento organizzato da lui, Artisti in corsia, al teatro Politeama».
Il nuovo Pierpaolo
Oggi Pierpaolo sta meglio, ha 19 anni e studia psicologia all’università Magna Graecia di Catanzaro. Ogni 3 mesi sale a Roma per i controlli e con la sua chitarra in mano racconta di essere più forte di prima perché vivere significa anche cadere a volte ma avere poi la forza di rialzarsi. «Questa esperienza mi ha cambiato – ammette -. Si dice che a 18 si diventa più maturi ma sono le esperienze che ti cambiano, non l’età. E questa è stata un’esperienza molto importante per quanto riguarda la mia maturità».
Un messaggio di speranza
Il ragazzo ha affrontato il suo percorso con grande consapevolezza e a chi, come lui, sta vivendo momenti difficili legati alla malattia dice: «Cercate di mettere da parte il problema, anche se mi rendo conto che è difficile. Bisogna pensare agli hobby, alla famiglia, agli amici perché non pensando alla malattia, affrontarla diventa molto meno pesante. Non è detto che si guarisca, non è detto che si guarisca in tempi brevi o lunghi però bisogna accettarla perché è la vita e non si può cambiare in alcun modo».