VIDEO | I pazienti in cura all’Ospedale “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro sono costretti a viaggiare quasi quotidianamente perché la mancanza di locali idonei non consente di effettuare ricoveri
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Sono costretti a lunghe trafile i malati oncologici più critici che hanno bisogno di ricevere quelle cure palliative che gli consentono di migliorare la qualità della vita. A Catanzaro, all’Ospedale “Pugliese-Ciaccio”, da circa tre anni, a causa di tagli al budget aziendale, nel reparto di cure palliative, non ci sono più i due posti letto per le degenze ordinarie, ma solo due posti per i ricoveri in regime di day hospital diurno.
Mancano posti letto
La mancanza di locali idonei sembra essere il motivo per cui, a distanza di due anni dall’ok dell’allora commissario alla sanità Massimo Scura, al reparto non vengono assegnati i posti letto. Così facendo, quindi, i malati oncologici e terminali, nei casi di emergenza, occupano posti in altri reparti destinatati a pazienti con altre patologie e con un evidente dispendio per la Sanità pubblica calabrese. Nel periodo estivo, inoltre, rischia di fermarsi anche il day hospital poiché il personale è costituito solo da un medico e da una infermiera, che devono usufruire dei giorni di ferie.
Le testimonianze
A farne le spese, però sono i pazienti. Spesso le cure domiciliari non bastano ed in caso di forti dolori o criticità importanti, dall’accesso al pronto soccorso sino al ricovero è davvero un’odissea poiché i malati vengono accolti nei più svariati reparti e le difficoltà aumentano. «Mio marito è stato operato di tumore tre anni fa – ha raccontato la moglie di un paziente - ed ultimamente è peggiorato. La situazione è precipitata due mesi fa. Ha bisogno di cure palliative costanti, ma è un continuo tribolare perché non c’è un reparto in cui posso ricoverarlo e devo andare avanti e indietro da casa, percorrendo circa 90 chilometri».
«Quando possono darmi un appuntamento – dice la signora riferendosi ai ricoveri in day hospital – fanno quello che possono, però alle 14 devo riportare mio marito a casa. Magari poi si sente nuovamente male e lo devo portare al pronto soccorso e farlo ricoverare in un reparto qualsiasi, con tutti i disagi del caso perché per ogni cosa devono attendere che il dottore di medicina o di oncologia sia disponibile per chiedere una consulenza. Se ci fosse un reparto di cure palliative, invece, anziché fare solo il day hospital, potrebbe essere ricoverato per tutto il tempo che necessita, seguito dallo stesso medico. Siamo costretti, invece, a fare continui viaggi con il rischio che io possa perderlo durante il tragitto. Invece di migliorare, peggiora».
Secondo la signora, «le strutture ospedaliere catanzaresi sono all’avanguardia, ma serve una migliore organizzazione».
Le esigenze dei malati oncologici
Don Rosario Spanò, cappellano del “Ciaccio”, ha dichiarato che «il presidio, a carattere oncoematologico, esemplare da tanti punti di vista, deve necessariamente destinare un plesso, una mini struttura o delle stanze per gli ammalati sottoposti a cure palliative: è una necessità urgente ed impellente anche come percorso psicopedagogico per il malato e per i loro familiari, così come avviene altrove». Le cure palliative, conosciute come ultimo stadio di cura per accompagnare il paziente verso i suoi ultimi giorni, svolgono un importante ruolo in tutto il percorso di cura, sia nel caso in cui si prospetti la guarigione, sia quando la malattia risulta resistente alle terapie ed il paziente necessita di un periodo di cure di supporto per superare il momento di criticità fisica. Quando la malattia è in uno stato avanzato, associare le cure palliative alle terapie antitumorali consente non solo di ottenere benefici sulla qualità della vita, ma a volte anche un prolungamento della sopravvivenza.