Il Coordinamento Regionale Enti Ausiliari racconta il grave disagio vissuto dalle strutture accreditate del Privato Sociale in questo ramo. Solo lo 0,3 per cento della spesa sanitaria viene destinata alle dipendenze
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Nella giornata mondiale della lotta alle droghe il Crea, Coordinamento Regionale Enti Ausiliari, chiede alla Regione Calabria e ai direttori generali dell’Asp di riconoscere contrattualmente il fabbisogno regionale e di dare a chi si spende sul campo quei mezzi necessari per potere intervenire su un fenomeno che non è affatto in remissione.
Aumentano i tipi di droghe, si abbassa l’età dei soggetti bisognosi di aiuto, l’abuso di alcol è arrivato anche nella fascia tra gli undici e i tredici anni. Eppure, i dati sugli strumenti di intervento offerti dalla Regione alle comunità sembrano essere completamente sganciati dalla realtà. Basti pensare che la spesa dedicata alle dipendenze patologiche è lo 0,3% dell’intero bilancio sanitario regionale.
«Non si discute più di tossicodipendenza, non si programma, non si concertano interventi, sembra quasi che il “problema” non esista più», denuncia il Crea. Il fabbisogno regionale certificato, spiega il Coordinamento, è di 490 posti letto residenziali e 117 semiresidenziali, ma i numeri veri, quelli che raccontano come l’accoglienza possa essere messa in pratica realmente, sono totalmente distanti dal quelli che sarebbero effettivamente necessario. I posti residenziali scendono da 490 a 175, quelli semiresidenziali da 117 a 19. Questo incide sulle liste di attesa nelle comunità che si allungano terribilmente.
«È fondamentale e imprescindibile – conclude il Crea - rimettere al centro la questione “Dipendenze” e concertare e realizzare interventi di Prevenzione che attualmente sono inesistenti».