«L’ospedale di Locri non può chiudere, e chi sostiene questo è un impostore che diffonde sciocchezze». Pensieri e parole di Massimo Scura, il manager varesino tornato a Locri per presentare il suo ultimo libro in cui ha raccontato tre anni alla guida dell’azienda sanitaria regionale senza rinunciare a levarsi qualche sassolino dalla scarpa. «Il decreto Calabria che doveva sortire effetti miracolistici si sta dimostrando un vero e proprio disastro – ha affermato -. Ha cancellato tutte le direzioni aziendali e non ha sostituito i vecchi commissari e direttori generali con i nuovi. L’80% della popolazione calabrese è commissariata e guidata da prefetti, se si continua così non se ne esce più».

 

Proprio a Locri in questi giorni è partita spontaneamente una raccolta firme a sostegno dell’ospedale, in costante affanno per carenza di personale e con reparti aperti ad ore. Una situazione che Scura conosce bene e rispetto alla quale respinge al mittente le accuse di immobilismo. «I medici non vengono a lavorare a Locri perchè conoscono la situazione – ha osservato - tra assenteismo e disordine organizzativo a cui è difficile porre rimedio. I problemi non si risolvono presentando denunce in Procura, ma rimboccandosi le maniche e lavorando sodo».

 

Dal vescovo di Locri Francesco Oliva un appello ai cittadini, affinchè non si deleghi ad altri un problema, quello dell’emergenza sanitaria, che riguarda la collettività. «Se le cose andassero bene, non ci sarebbero commissari straordinari. È necessario che ognuno si informi e prenda coscienza sul mondo della sanità».