Due anni, un sorriso che scalda l’anima e la vitalità di chi ha visto da vicino il baratro. Greta è una bimba di Cessaniti, piccolo comune del Vibonese. Lei, come migliaia di bambini in Italia e nel mondo ha conosciuto più volte le corsie di un ospedale. A parlarci del calvario patito dalla piccola è la mamma Carmen: «Greta è nata con una grave patologia al fegato: l’atresia delle vie biliari. Sin da subito abbiamo capito che la situazione non era semplice, ci hanno prospettato un trapianto, una notizia che ci ha scosso profondamente, perché immaginare un’operazione così delicata su un neonato ci ha fatto mancare la terra sotto i piedi».


Dopo il terremoto iniziale, la lucidità di scalare un’enorme montagna con il peso di una speranza portata dall’amore di una famiglia intera. Il papà di Greta è un vigile del fuoco, un eroe abituato a mettere a repentaglio la propria vita per salvare quella degli altri. Ma stavolta non c’è una vita da salvare, ce n’è una da donare: «Mio marito era compatibile col trapianto e ovviamente non ci ha pensato due volte», ci spiega Carmen, incapace di rassegnarsi all’idea che le sofferenze patite possano essere rese vane dalle scelte degli altri: «Faccio un appello affinché tutti i genitori vaccinino i propri figli, prima di tutto per loro e poi per chi, come Greta, è immunodepressa: un morbillo o una varicella potrebbero essere letali per lei. Addirittura una semplice gastroenterite le farebbe patire grandi sofferenze riportandola in ospedale».


Ma l’appello di Carmen non finisce qui: insieme a migliaia di genitori di bambini immunodepressi in tutta Italia sta portando avanti una petizione contro l’obbligo vaccinale “flessibile” deciso dal Governo gialloverde. Sono quasi 300mila le firme raccolte e presto potranno essere inviate al ministero per convincerlo a mantenere la legge Lorenzin che ne aveva imposto l’obbligatorietà.