La struttura ideata da Elena Sodano ha aperto le porte ai primi pazienti alla presenza del ministro Locatelli innescando uno straordinario riscontro di solidarietà tra enti, istituzioni e normali cittadini. Ora si punta a un canale diretto con Asp e Università. L'appello ai volontari: «Dateci una mano»
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La Calabria è da sempre una terra generosa, lo sa bene Elena Sodano, ideatrice della Casa Paese per demenze di Cicala e ancora prima responsabile, con l'associazione Ra. Gi., del Centro diurno Alpade, Alzheimer, Parkinson e demenze di Catanzaro. Le due strutture hanno sperimentato in più occasioni, infatti, la generosità dei cittadini che in modi e forme diverse hanno sostenuto il percorso avviato dalla Sodano nel 2008 per accompagnare i malati di demenza e le loro famiglie.
Una catena di solidarietà
Straordinaria è stata in tal senso la catena di solidarietà che ha addirittura oltrepassato i confini regionali per permettere alla presidente della Ragi e al suo staff di tagliare il nastro di quella che oggi è una realtà unica in Italia, la Casa Paese appunto. Una struttura residenziale per 16 ospiti, i primi hanno fatto ingresso alla presenza del ministro per le disabilità Alessandra Locatelli, che in circa 800 metri quadrati hanno la possibilità di muoversi in assoluta libertà tra colori, immagini e scenografie che riproducono una lavanderia, l'ufficio postale, una cappella, piazzette, il cinema e tutto quanto possa farli sentire in un ambiente accogliente e confortevole. Il tutto ai piedi della Sila piccola, in quello che è il primo paese amico delle demenze in Calabria.
L'esempio di Cicala
Una scommessa vinta grazie a quella fabbrica del bene che continua a ruotare intorno all'iniziativa della Sodano. «Attorno a Casa Paese c'è stata una mobilitazione da parte di cittadini, associazioni, aziende, enti di tutta Italia – spiega la presidente della Ragi -, sia a carattere economico, che ci ha permesso di raggiungere la cifra di circa 100mila euro, anche con la donazione di elementi d'arredo, scenografie e accessori vari, dando veramente vita a quello che era il mio pensiero. Un pensiero che poi è stato messo a punto da un architetto di Torino, Luciana Pontiglione che, come altri, ha messo a disposizione la sua professionalità».
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Un ponte con le strutture sanitarie
Al momento la struttura accoglie sette pazienti provenienti da diverse aree della Calabria, a maggio entrerà l'ottavo. Ma per lo svolgimento dell'attività di Casa Paese sarebbe auspicabile un collegamento diretto con le Asp territoriali, con l'Università e quindi con la neurologia universitaria e con quella ospedaliera. Un ponte che permetterebbe di rafforzare l'offerta assistenziale per le famiglie dei pazienti con demenza che ad oggi il più delle volte vengono a conoscenza di una simile realtà prevalentemente attraverso la stampa o il passaparola. «Questo collegamento – spiega Sodano – ci darebbe la possibilità di offrire un canale privilegiato ai familiari di persone con Alzheimer e altre forme di demenza che potrebbero avere bisogno del supporto che siamo in grado di garantire a Cicala o al nostro centro diurno di Catanzaro».
C'è ancora bisogno di aiuto
È infatti uno sforzo enorme quello che la Ragi sta cercando di sostenere in questa prima fase e per il quale è ancora necessario il sostegno di chi vorrà contribuire al proseguimento dell'impresa. «Il personale è composto da otto Oss, due educatori, una psicologa, un'assistente sociale e un turnover di volontari, che appartengono sempre all'associazione Ragi, che ci danno la possibilità di tappare un po' i buchi». Ma una mano di aiuto, si sa, fa sempre bene. «Rivolgiamo quindi un invito ai volontari e tirocinanti. Un appello anche a tutte le agenzie di formazione che possono avviare percorsi specifici con la nostra struttura. Questo si tradurrebbe in una grossa mano d'aiuto per il nostro personale». Dunque arrivare ad occupare tutti i posti disponibili permetterebbe di gestire l'attività nel modo migliore possibile. «Ecco perchè confidiamo nella possibilità di aprire dei canali diretti con gli enti sanitari e di raggiungere presto quota 16 ospiti. Intanto Casa Paese sta camminando con grande dignità sulle proprie gambe».
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Emozioni come cura
È una vita a ritmo lento quella che vivono i pazienti di Cicala: al mattino si alzano con calma, fanno colazione con i loro tempi, condividono gli spazi comuni ma allo stesso tempo possono ritrovarsi con la loro intimità nelle stanze che gli stessi hanno personalizzato con oggetti, disegni e fotografie di parenti e amici che possono far loro visita in qualunque momento. Una serenità che per pazienti del genere è fondamentalmente e che ogni giorno sperimentano l'efficacia della Teci, la terapia espressiva corporeo integrata, ideata dalla stessa Sodano. Emozioni come cura quindi perchè «le persone affette da demenza hanno il diritto di vivere la loro malattia in piena libertà».