«Penso proprio che mi hanno rimesso a nuovo le coronarie. Così potrò fare il prossimo tagliando tra una ventina d’anni. Questo è il secondo intervento nell’arco di pochi giorni e mi sento benissimo. Immaginavo chissà quale trauma e invece non ho sentito nulla. È andato tutto molto bene». A parlare così è il signor Maurizio, a pochi minuti da un delicato intervento al cuore, ai microfoni di Rossella Galati nel corso dell’ultima puntata di LaC Salute dal titolo “la cardiologia nell’era del Covid-19”, un viaggio nel reparto di cardiologia dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, diretto da Vincenzo Ciconte.

Il futuro della cardiologia

Un reparto che guarda al futuro con la volontà di crescere e innovarsi, centro hub di riferimento per la rete dell'infarto miocardico in Calabria: «Noi crediamo alla professione, soprattutto quella cardiologica, e sono convinto che il coronavirus con tutte le sue sfaccettature, abbia dato risalto alla nostra regione. Nelle nostre strutture, in questa fase di emergenza, non ci sono stati disguidi anzi c’è stata una buona organizzazione e credo che possiamo andare orgogliosi del lavoro che stiamo facendo. La nostra regione ha delle eccellenze, ha grandi capacità, tant’è vero che un medico iscritto al nostro ordine e trasferitosi  in Inghilterra ha curato il presidente britannico».

La testimonianza di Ciurleo

La cardiologia non può stare ferma dunque sottolinea il direttore Ciconte: « I malati di cuore ci sono nonostante il Covid. Da 15 anni la nostra emodinamica, la cardiologia interventistica cura i pazienti infartuati così come vengono curati nelle più grandi città d’Italia e straniere». Nel corso della puntata spazio anche alla testimonianza  del cardiologo in pensione Michelangelo Ciurleo, oggi sindaco di Botricello, che dopo aver lavorato per 35 anni in corsia nell’ospedale del capoluogo, lo scorso mese di marzo ha deciso di rimettere il camice e di rispondere come volontario all'appello della Protezione civile per combattere contro il coronavirus all’ospedale Covid di Mirandola, in Emilia Romagna.