L’obesità in età pediatrica rappresenta un importante fattore di rischio di malattie croniche e di patologie tipiche dell’età adulta come ipertensione, cardiopatie e diabete di tipo 2.

 

La maggior parte dei casi di sovrappeso è da imputare ad una inadeguata educazione alimentare, alla troppa sedentarietà, all’assunzione di bevande gassate e zuccherate e al cibo spazzatura.

 

Secondo il report realizzato dall’Istat sugli stili di vita, la Calabria è al secondo posto nella classifica nazionale con il 33,8%. Un bambino su tre è obeso.

 

Nell’ambulatorio di Auxologia ed Endocrinologia pediatrica dell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, di cui è responsabile il dr. Giuseppe Raiola, sono diversi i casi seguiti. 

 

«Vogliamo mandare un messaggio molto chiaro ai genitori – ha spiegato l’endocrinologo pediatrico del nosocomio catanzarese, Paola Chiarello – affinchè riescano ad invogliare i bambini ad eseguire cinque pasti al giorno partendo da una buona colazione; due spuntini, uno a metà mattinata ed uno al pomeriggio preferibilmente a base di frutta; due pasti principali inserendo anche le verdure e soprattutto introdurre la "regola delle tre P": pane, pasta o patate».  

 

La fascia d’età più colpita è quella tra i 3 e i 10 anni. Diversi i rischi per la salute, tra questi, il diabete. «Tra le conseguenze – ha spiegato il diabetologo pediatrico Felice Citriniti dell'Ospedale "Pugliese-Ciaccio" – vi è quella della sindrome metabolica, una condizione ad elevato rischio cardiovascolare e che porta il corpo a produrre maggiore insulina, un ormone anabolico che fa ingrassare, un circuito dannoso che è necessario bloccare il prima possibile, seguendo uno stile di vita sano».