Dopo la notizia della sospensione della attività assistenziali il commissario regionale del Carroccio Giacomo Saccomanno mostra preoccupazione: «Un altro pesante disastro per la sanità calabrese»
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«Abbiamo difeso il Sant'Anna come polo di eccellenza e modello operativo per aver salvato migliaia di vite umane. Pensavamo che la questione fosse limitata solamente al mancato o ritardato pagamento delle somme dovute, ma oggi, invece, si apprende di altre questioni rilevanti sotto l’aspetto contabile e no». È quanto si legge in una nota firmata dal commissario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno.
«In questo difficile contesto, però, nessuno sta pensando ai tantissimi pazienti che, nella indicata struttura, venivano accolti e gli veniva prontamente salvata la vita. Oggi apprendiamo che il Sant'Anna ha quasi chiuso i reparti e che nessun intervento verrà eseguito e i pazienti in attesa dovranno essere trasferiti! Un danno pesante per persone che vivono tra la vita e la morte e che si erano affidate ad un polo di eccezionale valenza. Un altro pesante disastro per la sanità calabrese.
Infatti, il problema della mancanza di strutture e di un sistema sanità adeguato, si ripercuote sia sui malati che hanno difficoltà di curarsi e sia su deficit esistente, in quanto, naturalmente, il paziente, se può, va via. Ed oggi, si è solo pensato al Covid, senza, però, considerare opportunamente al dopo, dinnanzi a un sistema sanitario disastrato e che è interessato da molte ombre e da poche luci. Non sembra che il paziente, che prima trovava conforto nel Sant'Anna, oggi possa avere risposte adeguate dal sistema pubblico. Molti pazienti, preferiscono andare fuori regione, se possibile, ed altri hanno rinviato controlli e visite non essendoci gli spazi sufficienti. Non vogliamo generalizzare. Vi sono, sicuramente, le eccezioni e di questo bisogna ringraziare la classe dei medici, degli infermieri, degli ausiliari che, con evidente spirito di sacrificio, hanno mantenuto in piedi una sanità cadente.
Ma, oltre ai malati di covid esistono anche altre categorie con problemi seri, come: i cardiopatici, gli oncologici e, comunque, tutti quelli che hanno bisogno di controlli, cure ed interventi celeri. Di questi ci siamo quasi dimenticati! Gli attuali ospedali sono al collasso e per potersi curare bisogna mettersi in fila, se vi è il tempo, o farsi raccomandare per poter ricevere un qualcosa che è un diritto. Che le inchieste vadano avanti e colpiscano i responsabili, ma i pazienti calabresi hanno il diritto di potersi curare nella normalità. E questa condizione, allo stato, non esiste e, certamente, non è solo colpa del Covid».