Il 31 marzo finisce lo stato d’emergenza ma negli ospedali si rischia il caos. Da più parti si chiede al Governo di sostenere economicamente la proroga dei contratti. Palazzo Chigi ci pensa (ASCOLTA L'AUDIO)
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Si avvicina a grandi passi la scadenza dello stato d'emergenza, fissato dal Governo al 31 marzo, mentre anche in Calabria si continuano a registrare vertiginosi picchi di contagi. E così i dubbi sul "post pandemia" si accompagnano alle incognite sulla permanenza in servizio del personale sanitario reclutato per fronteggiare l'emergenza.
Finora le Regioni, e tra queste anche la Calabria, hanno proceduto a successive proroghe dei contratti sulla scorta del prolungamento dello stato d'emergenza ma il 31 marzo potrebbe aprirsi una vera e propria voragine nei reparti ospedalieri ancora alle prese con pazienti affetti da patologie respiratorie ma nell'impossibilità oggettiva di poter continuare ad impiegare il personale sanitario.
Questo pomeriggio si è tenuta una conferenza Stato Regioni che, tra tanti temi, ha anche affrontato quello dei sanitari assunti a tempo determinato per fronteggiare il covid. Per la Calabria ha partecipato la vicepresidente Giusy Princi, delegata dal presidente Roberto Occhiuto impegnato su altri fronti istituzionali.
Durante l'interlocuzione con il Governo, tutte le Regioni, compresa la Calabria, hanno rappresentato al ministro della Salute, Roberto Speranza, la necessità di prorogare i contratti e quindi la permanenza in corsia dei sanitari. Da Roma si è registrata una timida apertura, tuttavia, l'argomento è stato rimandato per una analisi più approfondita ai prossimi giorni.
In Calabria sono centinaia i sanitari assunti nel corso dell'emergenza pandemica e impegnati nei reparti covid che in questi giorni continuano a saturarsi di pazienti proporzionalmente all'impennata di contagi. Secondo l'ultimo monitoraggio, il livello di occupazione di posti letto in Calabria si attesta al 30%, tasso di molto superiore alla media italiana che si attesta al 13%.