Centottantamila metri quadrati. Un’area grande quanto 30 campi di calcio regolamentari. Ma a Drapia, provincia di Vibo Valentia, questa volta lo sport non c’entra. Almeno non in questa storia. Che porta il nome ed il cognome di Irene Gaeta, ex stilista di alta moda, figlia spirituale di Padre Pio e fondatrice dei discepoli del Santo di Pietrelcina. A lei, abruzzese, quattordici anni fa Padre Pio sarebbe apparso per chiederle di realizzare «un santuario, un ospedale pediatrico, un centro di ricerca, un villaggio per i sofferenti». La zona indicata da Padre Pio, sconosciuta a Irene, venne subito riconosciuta dalla stessa quando, grazie a un amico calabrese, si trovò a visitarla: una pianura ricca di ulivi nel comune di Drapia. A pochi chilometri da Tropea. In provincia di Vibo Valentia. 

 

L’evento considerato miracoloso portò alla conseguente fondazione de “I discepoli di Padre Pio”, l’associazione che per anni ha portato avanti il progetto di realizzazione del grande complesso. Oggi la posa della prima pietra in contrada Vento. 

 

Il progetto

A Drapia nascerà un edificio dallo stile classicheggiante formato da un doppio porticato semi circolare che racchiuderà un doppio ciclo di scale al centro delle quali sarà posizionata una statua in bronzo di Padre Pio. Lo stabile centrale disporrà di un ampio locale di ricevimento, la cucina, la sala da pranzo, collegata ad un ampio terrazzo e poi 12 camere da letto, delle quali tre al piano terra ed altre nove al primo piano. Al piano terra, oltre alla Cappella con sagrestia, ci saranno: una sala meeting e tre ambulatori di visita.

 

Lacrime di gioia per il Santo di Pietrelcina

Centinaia i fedeli giunti da ogni angolo della regione presenti alla  cerimonia di presentazione del progetto curato dall’architetto Luciano Messina. nei loro occhi lacrime di speranza e gioia. Tra gli intervenuti, oltre ad Irene Gaeta, il vescovo Luigi Renzo, il sindaco di Drapia, Antonio Vita, ed il dirigente del ministero della Salute, Marcella Marletta.