Il fumo resta la seconda causa di malattie cardiovascolari ma smettere di fumare si può grazie anche al contributo dei centri antifumo
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Nella giornata contro il fumo di tabacco, celebrata in tutto il mondo dall'Organizzazione Mondiale della Sanità il 31 maggio, sono confortanti e in linea con la media nazionale i risultati forniti dal centro antifumo di Soverato, nato nel 2010, attivo presso il Sert, in seguito a un progetto regionale in base al quale sono stati istituiti 3 centri nell'ambito dell'Azienda Sanitaria Provinciale: a Lamezia Terme, Catanzaro e Soverato.
L'impegno sul territorio
«La nota positiva è che abbiamo iniziato nel 2010 con soli 5 pazienti - commenta il responsabile Felice Genco - e siamo arrivati allo scorso anno con quasi 100 pazienti. Abbiamo un programma integrato che prevede una parte medica e farmacologica e un supporto psicologico». Tante sono state le iniziative organizzate nel corso degli anni che hanno consentito di consolidare la presenza del centro sul territorio. Quest'anno si punta a due iniziative importanti: una riguarda la sensibilizzazione delle donne fumatrici durante la gravidanza, in sinergia con il presidio ospedaliero di Soverato. Un problema che secondo il responsabile del Centro è spesso sottovalutato e molte volte non si ha consapevolezza dei danni che il fumo può arrecare al feto. «L'altra iniziativa - aggiunge Genco - è legata al tema della giornata contro il fumo che quest'anno riguarda le malattie cardiovascolari. In tal senso puntiamo ad una collaborazione più stretta con il servizio di cardiologia ospedaliera ma anche con i servizi di cardiologia territoriali in modo da sensibilizzare non solo i pazienti che sono già in trattamento, ma il territorio in generale, considerato che le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte in Italia e il fumo nel 30% dei casi è responsabile di queste patologie».
Il supporto psicologico
«Ancora oggi i ragazzi iniziano a fumare molto presto, già a 12 o 13 anni, come ormai avviene da diverso tempo. Spesso lo fanno per curiosità, non sempre perché hanno problemi familiari o disturbi personali - spiega la psicologa del Centro Antifumo Rosa Maria Macrina - in media si rivolgono a noi ragazzi di 38 o 40 anni. Ci siamo resi conto che per i giovani è più difficile chiedere aiuto. Collaborando con le scuole ci siamo accorti che i ragazzi hanno voglia di smettere ma è molto difficile farlo poiché il gruppo non li incoraggia. Ci chiedono aiuto, si avvicinano a noi ma non per tutti è facile ultimare il programma che prevede gruppi settimanali di intervento psico-educativo. Questi ragazzi hanno bisogno di essere sostenuti, ascoltati e sentono il bisogno di confrontarsi con chi ha già portato a termine il programma. Degli utenti che afferiscono al nostro servizio, almeno il 70% di coloro che seguono costantemente il programma, riesce a smettere di fumare nell'arco temporale di due anni».